Dopo una mattinata incerta, anche nel pomeriggio le Borse europee faticano a trovare una direzione. I mercati non hanno reagito alla conferma dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea e della Bank of England. Le decisioni erano ampiamente attese dagli operatori, che non ha impresso alcuna svolta all’andamento dei listini: Milano, Parigi, Francoforte e Londra continuano ad oscillare intorno alla parità.
L’attenzione degli operati si sposta ora sulle previsioni per l’inflazione nell’Eurozona, che chiariranno l’entità del rischio di un cambiamento di rotta nella politica monetaria della Bce.
C’è poi attesa per alcuni dati macro importanti dagli Stati Uniti (Pil e disoccupazione). Ieri sera dal Beige Book della Federal Reserve è emerso che l’economia Usa migliora la crescita “da passo modesto a moderato”.
Su Piazza Affari pesa Telecom Italia (-1,68%), il peggior titolo del listino, che però sta riducendo le perdite rispetto a stamattina. Il gruppo di Tlc sconta le notizie in arrivo dal Sud America: l’Antitrust brasiliano (Cade) ha deliberato che Telefonica deve uscire dalle partecipazioni dirette e indirette in Tim Participações (Tim Brasil) o vendere Vivo (il primo operatore mobile brasiliano controllato da Telefonica Brasil). L’Authority ha spiegato che la decisione di Telefonica di crescere nel capitale di Telecom Italia, che controlla Tim Brasil, ha aperto seri problemi di concorrenza.
“Telecom Italia venda Tim Brasil o Telefonica esca da Telecom Italia”: questo l’aut-aut lanciato il presidente di Cade, Vinicius Marques de Carvalho, in comunicato citato dal Wall Street Journal. Contro “la vendita, obbligata, di Tim Brasil, ritenuta strategica dallo stesso management di Telecom”, si è espresso Marco Fossati, socio tramite Findim della compagnia telefonica italiana con una quota del 5%. Fossati ha chiesto “un intervento immediato e risolutivo da parte delle Autorità di controllo italiane” per riconoscere il controllo di fatto di Telco su Telecom.
Di tutt’altro segno la giornata di Banco Popolare, che negli stessi minuti guadagna oltre due punti e mezzo percentuali. A innescare l’ondata di acquisti sono state le indiscrezioni sulla possibile cessione di un consistente pacchetto di crediti non performing. Secondo Mf, si parla già di un operatore in pole position (Primus Partners) e l’operazione potrebbe avvenire nella prima metà del 2014. I crediti oggetto della maxi cessione valgono circa quattro miliardi e sono contenuti nella bad bank Release, nata sulle ceneri di Italease e partecipata anche da Popolare Emilia, Popolare Sondrio e Popolare Milano.
Bene anche diversi altri titoli del comparto bancario: Pop Milano +2,04%, Unicredit +0,5%, Mediobanca +2,5%, Ubi +1,41%. Intesa Sanpaolo cede invece lo 0,4%, mentre continua il calo di Mps (-1,44%), con tutti gli occhi degli investitori puntati sulle sorti del pacchetto di riferimento nelle mani della Fondazione senese.
Quanto alle assicurazioni, stamane Moody’s ha diffuso un report in cui sottolinea che le prospettive per il mercato italiano restano negative nel ramo vita, perché il basso tasso di risparmio e l’alto tasso di disoccupazione ne limiteranno le vendite e la redditività. Per quanto riguarda il settore assicurativo italiano nel suo complesso – aggiunge Moody’s – le società assicurative italiane presentano un notevole rischio di concentrazione in titoli sovrani e la qualità dei loro attivi è dipendente, in larga misura, dalla qualità del credito sovrano italiano.
I giudizi dell’agenzia americana non pesano sull’andamento dei titoli assicurativi a Piazza Affari. A fine mattinata, Generali cede lo 0,36%, ma Fondiaria Sai guadagna il 3,12%, segnalandosi come il miglior titolo del Ftse Mib. Unipol viaggia in rialzo dello 0,6% e Milano Assicurazioni del 3%.
In ribasso Fiat (-1,41%), A2A (-1,37%) e Finmeccanica (-1,18%).