Aumenta ancora il calo dei prestiti delle banche italiane a famiglie e imprese in ottobre, quando gli impieghi sono scesi del 3,5% annuo a 1.429 milioni di euro, a fronte del -3,2% di settembre. E’ quanto emerge dal rapporto mensile dell’Abi, che precisa che il totale dei prestiti sia al settore privato sia al settore pubblico, pari 1.857 miliardi di euro, segna una flessione del 3,8% a fronte del -3,9% di settembre. Per l’associazione delle banche italiane “la debolezza dell’attività di finanziamento dell’economia è un tratto comune dei Paesi dell’area dell’euro”, dove il tasso di variazione su base annua, a settembre 2013, è di -1,8%.
L’Abi rileva ancora che a settembre le sofferenze al netto delle svalutazioni sono risultate pari a quasi 75,2 miliardi di euro, circa 1,7 miliardi in più rispetto al mese precedente e circa 16,6 in più miliardi rispetto a settembre 2012, con un incremento annuo del 28,3%. Le sofferenze lorde sono state pari a 144,5 miliardi di euro, 2,7 miliardi in più rispetto ad agosto e quasi 27 miliardi in più rispetto a settembre 2012, segnando un incremento annuo di quasi il 23%. Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali si è collocato al 4,03% (3,93% ad agosto 2013 e 3,03%a settembre 2012). In rapporto agli impieghi le sofferenze lorde sono risultate pari al 7,5% a settembre (5,9% un anno prima), valore che raggiunge il 13,2% per i piccoli operatori economici (11,1% a settembre 2012), il 12% per le imprese (9% un anno prima) e il 6,2% per le famiglie consumatrici (5,3% a settembre 2012).
Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie è rimasto, sempre secondo l’Abi, su livelli particolarmente bassi, a settembre 2013 è risultato pari a 188 punti base (186 punti base ad agosto 2013), prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti.