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Telecom Italia, alta tensione per il cda di oggi. Fossati: “Sogno la public company”

Marco Fossati, socio di Telecom con il 5%, è al lavoro su una lista unica per il board di Telecom Italia che mira a raccogliere il consenso degli investitori istituzionali esteri: “Sto cercando di promuovere una public company” – Oggi il cda alle 13 in Piazza Affari.

Telecom Italia, alta tensione per il cda di oggi. Fossati: “Sogno la public company”

Un cda fiume ad alta tensione. E’ questa l’aspettativa degli addetti ai lavori alla vigilia del consiglio di Telecom Italia, che inizia oggi alle 13 nella sede della società a Piazza Affari. Molti i punti oggetto di discussione, tra cui i conti dei nove mesi, il piano industriale e la governance, ma i nodi più scottanti su cui pesano le maggiori incognite, riferiscono i ben informati, riguardando la vendita dell’Argentina e il rafforzamento della struttura patrimoniale. Ieri indiscrezioni hanno riferito che Telefonica, azionista di Telco con il 66%, sarebbe pronta a un’iniezione di liquidità in Telecom di due miliardi di euro, probabilmente attraverso un convertendo (il gruppo spagnolo ha appena ceduto la controllata cecoslovacca per 2,5 mld di euro circa). 

Intanto Marco Fossati, socio di Telecom con il 5%, è al lavoro su una lista unica per il board di Telecom Italia che mira a raccogliere il consenso degli investitori istituzionali esteri. E’ questo l’obiettivo dell’imprenditore, titolare attraverso Findim del 5% di Telecom Italia, che ieri ha incontrato a Londra una trentina di analisti per illustrare opzioni di ‘creating value for all shareholders’ (questo il titolo della presentazione sottoposta alla comunità finanziaria. “Sto cercando di promuovere una public company – ha detto – per poterlo fare bisogna cambiare il consiglio con i quattro quindi alle minoranze e poi cambiare lo statuto”. Fossati ha pronta una lista di nomi da sottoporre all’assemblea ma la sua intenzione è arrivare a definire una lista unica che trovi l’appoggio di Assogestioni e che raccolga anche eventuali proposte di fondi esteri, ma l’intenzione non è quella di raccogliere deleghe. In questo senso Fossati e’ in contatto con Consob per evitare di formulare una proposta di lista che si configuri come “di controllo”.

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