Mario Draghi ha tagliato a sorpresa il costo del denaro dallo 0,5% allo 0,25%. Di più con la decisone di oggi, ha detto Draghi, la Bce non ha raggiunto la soglia minima per i tassi di interesse e in linea di principio può decidere un ulteriore taglio del costo del denaro. La Bce ha così ribadito che la politica monetaria resterà accomodante anche in futuro e che la Bce è pronta a valutare tutti gli strumenti a disposizione. E’ stata prorogata, inoltre la procedura a tasso fisso e con volume illimitato, Ltro per le aste di rifinanziamento della Bce fino a inizio luglio 2015. La Bce si è detta pronta considerare tutti gli strumenti a disposizione per sostenere I’Eurozona.
Il taglio è in linea con la forward guidance annunciata lo scorso luglio ed è stato motivato anche dall’andamento dell’inflazione, scesa più del previsto ad ottobre. In ogni caso la Bce non vede uno scenario deflattivo ma stima un possibile ”prolungato periodo di bassa inflazione” per la zona Euro. In ogni caso Draghi ha rassicurato che non c’è per I’Eurozona un rischio sindrome Giappone, owero di deflazione e bassa o scarsa crescita.
Per Draghi la ripresa continua ma è fragile e non omogenea, la disoccupazione si sta stabilizzando ma è ancora su ad alti livelli. Gli indicatori segnalano crescita modesta nel secondo semestre. La decisione del taglio dei tassi non è stata presa all’unanimita, ma con una “significativa maggioranza”. Il board della Bce, ha spiegato Draghi, non si è diviso sul taglio dei tassi ma solo sulla tempistica: tutti erano d’accordo che andava fatto.
Infine il board ha anche discusso della possibilità di tagliare il tasso sui depositi che ora è a zero e portandolo così in negativo, per spingere le banche a impiegare la liquidità parcheggiata a Francoforte. Inoltre, è necessario rafforzare le banche e ridurre la frammentazione del mercato del credito.