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La proposta choc del Fmi: prelievo del 10% sul risparmio. Ma il Fondo smentisce la raccomandazione

Nell’ultimo rapporto Fiscal Monitor di ottobre si discute di un prelievo una tantum del 10% sui risparmiatori per ripristinare la sostenibilità del debito – “L’appeal è che non distoglie il comportamento”, spiega il Fondo – Da Washington: nessuna raccomandazione o ipotesi, il rapporto “riporta semplicemente le discussioni e le esperienze” sulla misura

La proposta choc del Fmi: prelievo del 10% sul risparmio. Ma il Fondo smentisce la raccomandazione

Dal Fmi è arrivata la correzione di rotta: nessuna raccomandazione per un prelievo una tantum  ha detto un portavoce da Washington. L’allarme è scattato dopo che nel rapporto di ottobre «Fiscal Monitor» è comparso un approfondimento intitolato “A One-Off capital Levy” (box. 6 del rapporto) dove si discute lo strumento di una patrimoniale come una tantum per ripristinare la sostenibilità del debito dopo il brusco deterioramento delle finanze pubbliche di molti Paesi. Il Fmi ha calcolato che per riportare il debito ai livelli pre crisi del 2007 serve un prelievo del 10% rivolto ai risparmiatori con una ricchezza netta positiva per un campione di 15 Paesi dell’euro area.

Permolti una proposta choc, che richiama lo scenario alla Cipro e rievoca per l’Italia lo spettro del “prelievo forzoso” sui conti correnti del sei per mille sulle cifre depositate nei conti correnti attuato nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992 dal governo Giuliano Amato.

Quali sono per il Fmi gli argomenti a favore di una tale mossa? “L’appeal – scrive il Fmi – è che una tassa di questo genere, se è implementata prima che sia possibile eluderla e si crede che non venga mai ripetuta, non distoglie il comportamento (e può essere vista da qualcuno come giusta). A questo punto il fondo cita illustri supporters di questo metodo: da Pigou a Ricardo, da Schumpeter a Keynes, fino a quando quest’ultimo non ha però cambiato opinione. Non solo. Il fondo afferma che bisogna valutare anche i rischi delle alternative, che comprendono il non riconoscimento del debito pubblico e l’inflazione.“C’è un sorprendente ammontare di esperienza a cui attingere – spiega l’Fmi – dal momento che questo tipo di prelievi è stato già ampiamente adottato in Europa dopo la Prima guerra mondiale e in Germania e Giappone dopo la Seconda”. La controindicazione è che bisogna farlo in modo tempestivo per impedire la fuga dei risparmi.

Dopo l’allarme lanciato dalla stampa il Fmi ha chiarito che “non raccomanda” alcun prelievo di capitale come strumento per stabilizzare le finanze pubbliche dell’Eurozona.  “Un breve box nel Monitor riporta semplicemente le discussioni e le esperienze di un prelievo dei capitali una tantum e riporta l’attenzione sui considerevoli [rischi] al ribasso” che una simile misura potrebbe avere, ha spiegato a TMNews un portavoce del Fondo. Quel box, spiega con enfasi il portavoce, “non raccomanda” alcun capital levy.

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