Quale sarà il futuro dell’energia? E’ stato il tema centrale del Kazenergy Eurosian Forum, un evento internazionale svoltosi ad Astana, in Kazakistan. Un incontro in cui sono stati affrontati problemi cruciali per il futuro energetico: la nuova geografia della domanda di petrolio, con la crescita economica dell’Asia e dei Paesi dell’ex Unione Sovietica che hanno trainato il fabbisogno e il mutamento delle risorse, con l’esurimento delle riserve che impone la costosa ricerca di nuovi giacimenti.
L’anno scorso l’Agenzia internazionale dell’energia aveva ipotizzato che nel 2013 i Paesi emergenti avrebbero superato per la prima volta le nazioni industrializzate. E oggi il ministro kazako per il Petrolio e il Gas Uzakbay Karabalin ha spiegato che “Il continente asiatico, incluso il Medio Oriente, è diventato consumatore netto e imponente di petrolio. Tuttavia in questa situazione, il Kazakistan ha riconosciuto la propria responsabilità nei confronti della comunità internazionale per garantire una fornitura di energia stabile ai nostri partner”.
L’esaurimento delle riserve di gas e petrolio presenta nuove sfide anche dal punto di vista ambientale e il settore energetico non può voltarsi dall’altra parte. Secondo Ivan Sandrea, analista di Ernst & Young, le compagnie petrolifere stanno comunque facendo passi avanti per risolvere le problematiche sociali, logistiche e ambientali derivate dagli ultimi sviluppi del settore, ovvero le perforazioni nell’Artico, i giacimenti sottomarini e le sorgenti di petrolio e gas non convenzionali.
“L’industria petrolifera – ha sottolineato Sandrea – sta sicuramente facendo progressi nel migliorare la sua interazione con l’ambiente e nel cercare di produrre idrocarburi più sicuri. Anche se, in un’attività industriale di questo tipo, ci saranno sempre incidenti e problemi. In generale, le statistiche sulla sicurezza del settore in materia di ambiente sono di certo migliorate negli anni e mi aspetto che continuino a migliorare”.
Le compagnie dovrebbero utilizzare le risorse per sviluppare tecnologie ecocompatibili prima che intervengano cambiamenti nel mercato. Grazie ai prezzi alti del petrolio, come ha spiegato il vice presidente dell’associazione KazEnergy Jambulat Sarsenov, si può investire in progetti costosi, si possono comprare i migliori strumenti e si può imparare a utilizzarli. “Se i prezzi domani cadranno – ha poi detto Saresnov – le tecnologie rimarranno ferme”.
Per cui l’industria mondiale dei carburanti richiede nuovi approcci e nuovi strumenti per poter reagire a un mercato in forte cambiamento.