Per superare la forte crisi, che negli ultimi sei anni ha messo in ginocchio la Grecia, a Syros, nel cuore delle Isole Cicladi, nasce u’idea innovativa: una cooperativa anti-crisi fondata da sole donne.
Ogni giorno una ventina di signore greche prepara deliziosi piatti tipici della zona per poi venderli in un ristorante del centro. Il cibo in surplus vine invece donato alle associazioni per i poveri.
Un giro d’affari di circa 400.000 euro l’anno: basti pensare che con i loro guadagni hanno restaurato un antico monastero dove sono state costruite le loro cucine.
“A causa della recessione – ha detto Anna Darzenta, Presidente della Cooperativa To Kastri – molte delle nostre collaboratrici, sono entrate a lavorare nella cooperativa, perché i loro mariti hanno perso il lavoro. I nostri salari sono più alti di circa il 20% rispetto al settore privato”.
La strategia di questo nuovo business? Puntare sempre, ogni giorno, su clienti nuovi, riducendo di 1 euro i prezzi delle porzioni, come richiesto dai sindacati e introducendo la carta fedeltà e piccoli regali per i clienti abituali.
In Europa, ogni anno, su 4 imprese che nascono, una è di carattere sociale. Ma perchè sono così importanti? “La Confederazione europea delle cooperative – ha detto il Dott. Ioannis K. Nasioulas consulente europeo – rappresenta circa 50.000 aziende. Ci lavorano 1,4 milioni di persone, con un fatturato di 50 miliardi di euro all’anno. Ecco che, in tempo di crisi, il potenziale dell’imprenditoria sociale diventa molto importante. Prima di tutto, la vera forza di queste imprese sociali sta nel fatto che non si affidano a prestiti bancari. E poi hanno grandi quote di capitale, non solo in denaro, ma di vario genere. Senza dimenticare che sono molte elastiche a livello locale”.
Forse proprio l’imprenditoria sociale potrebbe aiutare la Grecia a uscire dalla grave crisi, visto che il settore è in forte crescita. Il PIL di queste cooperative in terrotorio greco è di circa 1,5 miliardi di euro, ha sostenuto sempre il Dott K. Nasioulas. Ed è in costante aumento, in confronto al PIL nazionale, in diminuzione, invece, a causa della recessione.