L’indice MSCI Asia Pacific cade dell’1% nel primo pomeriggio dell’Estremo Oriente, dopo un lungo rally (11 giorni consecutivi). La settimana comunque registra un progresso di circa il 2% sulla settimana precedente. Sull’orizzonte degli operatori dominano le due incognite di questi giorni: gli sviluppi del problema siriano, e l’incombente riunione della Fed con le conseguenti decisioni sulla riduzione dello stimolo monetario (si parla di una riduzione modesta per il primo assaggio, da 85 a 75 miliardi di dollari al mese).
Ieri la produzione industriale nell’area euro si è rivelata inferiore alle attese, mentre i nuovi sussidi di disoccupazione in America sono calati fortemente (aiutati anche da aggiornamenti informatici in un paio di Stati che hanno rallentato la registrazione).
Lo yen si mantiene vicino a quota 100 contro dollaro, ma la borsa di Tokyo sta calando dello 0,5%. Il governo sta preparando un pacchetto di stimolo fiscale (meno tasse sulle società) per l’anno prossimo, allo scopo di controbilanciare l’effetto recessivo dell’aumento dell’Iva giapponese.
I futures di Wall Street e Londra sono modestamente positivi. Il petrolio si è rafforzato sopra quota 108 (le tensioni sulla Siria continuano) e l’euro è poco sotto quota 1,33. Scende ancora l’oro, a 1324 $/oncia.