Da settembre scatterà il prelievo sui derivati, conseguenza dell’introduzione della Tobin tax, ma si teme: da un lato la difficoltà di calcolo delle somme, dall’altro la fuga degli investitori. Gli operatori finanziari chiedono certezze normative dopo che il dipartimento delle Finanze ha aperto una consultazione fino al 30 agosto su un nuovo testo normativo.
Tanti i dubbi, poche le certezze. Di sicuro, per ora, c’è la data in cui gli intermediari dovranno pagare una somma al fisco: il 16 ottobre. Non si sa quanto né si sa su che cosa.
Sabato è apparsa sul sito del dipartimento delle Finanze la notizia secondo cui il Tesoro ha aperto una pubblica consultazione su modifiche al decreto (da inviare entro il 30 agosto). Come scrive Il Sole 24 Ore, tra i punti oggetto dell’ultimo intervento ci dovrebbe essere la questione della cessione o costituzione dell’usufrutto (comportamenti di cui la norma attuale non prevede tassazione).
Gli operatori finanziari non vedono di buon occhio questa tassa e, ancora di più, le incertezze che aleggiano intorno ad essa. La mossa del dipartimento delle Finanze è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il problema principale è che, secondo gli operatori, la continua modifica delle regole non favorisce le scelte degli investitori stranieri né di quelli italiani.
Ad oggi, l’aupicio della comunità finanziaria è che l’impasse che si potrà creare con le nuove modifiche possa favorire un rinvio. E, nel futuro, una totale convergenza con la normativa europea.