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Ferragosto, letture sotto l’ombrellone

Il 2013 ha visto un grande interesse per i libri antichi al punto che alcune opere di autori e romanzieri importanti hanno interessato il mercato delle aste internazionali. Ma oltre al fascino di possedere e collezionare prime edizioni si riaccende anche il piacere della lettura, quel narrare fra pagine ingiallite, segnate e vecchi appunti personali.

Ferragosto, letture sotto l’ombrellone

Ecco un motivo in più per dedicare il ferragosto alle letture dei classici o di romanzi storici, alcuni oggi dimenticati o passati di moda come quelli riportati alla quarta di copertina del volume La Cabala (ed.1932), dove troviamo sotto il titolo “SCRITTORI DI TUTTO IL MONDO” autori e titoli come: Alfred NeumannIl Diavolo; Lion FeuchtwangerSuss, l’ebreo; Claude MickayRitorno ad Harlem; Sinclair Lewis (Premio Nobel) – Babbit; Thomass Mann (Premio Nobel) – La Montagna incantata (2 volumi); Alfred NeumannIl patriota e Re Hber; e molti altri. 

“C’era. Nessuna opera italiana del periodo classico poteva lasciare il paese senza un’enorme tassa di esportazione. Come mai, allora, la Madonna fra San Giorgio e Sant’Elena del Mantegna riuscì ad arrivare ad Alumnae Hall del Vassar College senza inceppare nella legge? 

L’ultima volta era stata vista tre anni prima nella collezione della povera Principessa; e nel registro del Ministro delle Belle Arti rimase iscritta così, anche negli anni seguenti, malgrado il chiasso che fecero i Musei di Brooklyn, Cleveland e Detroit.

Cambiò mani sei volte, ma i mercanti, i sapienti e gli esperti erano così presi dal problema se era vero che il piede sinistro di Sant’Elena era stato ritoccato dal Bellini (come afferma il Vasari) che non passò mai loro per la testa di domandare se la cosa era stata registrata al confine. 

Infine fu comprata da una vecchia e nobile vedova di Boston, in parrucca lavanda, che, mordendo, la lasciò (assieme a tre falsi Botticelli) a quel collegio, preso il quale la sua pessima ortografia, avrebbe dovuto bastare per allontanarla dall’associazione, tranne come benefattrice. 

Il Ministro delle Belle Arti a Roma aveva solo saputo della donazione e ne era disperato. Se la cosa fosse stata pubblicata, la sua posizione e la sua reputazione sarebbero andate perdute. Tutto il suo lavoro per il suo paese (exempli gratia: per venti anni aveva avversato i lavori di scavo ad Ercolano; aveva rovinate le facciate di venti sontuose chiese barocche nella speranza di trovare delle finestre del trecento, ecc. ecc.) non gli sarebbe valso a niente di fronte alla tempesta del giornalismo romano. Tutti gli italiani leali soffrono alla vista dei loro tesori d’arte portato in America e non aspettano che un pretesto per liquidare un funzionario e pacificare così il loro onore. L’Ambasciata era già ansiosa di riconciliarsi. Non c’era da aspettarsi che Vassar rendesse il quadro né pagasse il diritto di dogana. Il giorno dopo gli editoriali avrebbero descritto un’America barbara che ruba i figli d’Italia, e si sarebbero fatti riferimenti a Catone, Enea, Michelangelo, Cavour e San Francesco.

Il Senato Romano avrebbe meditato su ogni delicato affare che l’America cercava di raccomandare alla compiacenza italiana”.

(testo tratto integralmente dal romanzo “La Cabala” di Thornon Wilder – traduzione di Laura Babini Alvaro per Edizioni Corbaccio (Milano) Edizione 1932 (prezzo LIRE DIECI).

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