Il Monte dei Paschi non arresta la corsa a Piazza Affari spinta dal calo dello spread: +7,56% a 0,2248 euro per azione (Ftse Mib +0,38%, tra le banche segue a distanza la Bper con +3,3%). La banca è molto sensibile all’andamento dello spread avendo in pancia circa 29 miliardi di titoli di Stato italiani. Solo nel secondo trimestre del 2013 Mps ha comprato più di 3 miliardi di euro in titoli di Stato italiani quando ne ha chiesti quasi 4 miliardi in prestito al governo attraverso i Monti bond.
E proprio i famosi aiuti concessi dallo Stato alla banca sono la causa delle recenti tensioni tra Governo italiano e Bruxelles che deve ancora confermare il via libera definitivo. Per farlo l’Antitrust Ue ha chiesto “miglioramenti” al piano industriale presentato dal presidente Alessandro Profumo e dal ceo Fabrizio Viola: “In assenza di sufficienti progressi entro le prossime settimane”, l’Antitrust proporrà “l’apertura di una procedura d’inchiesta formale” sugli aiuti al Monte dei Paschi. D’altra parte, lo stesso ad Viola, presentando i conti agli analisti, ha aperto a cambiamenti al piano “in chiave europea”. A Siena comunque, dove gli ultimi conti hanno evidenziato un rosso semestrale da 380 milioni di euro sopra le attese del mercato, ci sono poche settimane di tempo per trovare la quadra se si vuole evitare la nazionalizzazione, in attesa che si materializzi un potenziale investitore estero a cui ha fatto recentemente riferimento anche il sindaco di Siena Bruno Valentini.
Per fare il punto della situazione, ieri pomeriggio si è svolto a Palazzo Chigi un vertice tra il premier Enrico Letta e il presidente Profumo. L’incontro si è aperto però con la fumata nera arrivata nello stesso momento sulla nomina della deputazione amministratrice e del presidente della Fondazione Mps, snodo da cui passano i fili che conducono alla banca. Settimana scorsa erano stati nominati i componenti della Deputazione generale, la cui anima politica per la prima volta si è ridotta alla metà dei membri con l’influenza del Comune di Siena scendere a 4 su 14 da 8 su 16 componenti. La nuova deputazione generale così eletta non ha avallato almeno per ora la candidatura di Francesco Pizzetti (sono necessari 11 voti), ex Garante della Privacy e in passato consigliere giuridico di Romani Prodi, avanzata dal sindaco Valentini. In un comunicato la Deputazione Generale ha “deciso di approfondire la conoscenza della situazione della Fondazione stessa, attraverso l’acquisizione di opportuna documentazione. Ciò per poter poi decidere e individuare, in piena autonomia e con piena consapevolezza le caratteristiche che dovranno contraddistinguere il nuovo Presidente e i membri della Deputazione Amministratrice e del Collegio dei Sindaci Revisori”. La prossima riunione è fissata per il 20 agosto e nel frattempo sembra abbia preso corpo anche la candidatura di Divo Gronchi, direttore generale della Cassa di Risparmio di San Miniato con oltre quaranta anni di carriera in Mps. Un’ipotesi che sarebbe vista con meno favore da Profumo che sarebbe propenso comunque ad arrivare a un nome condiviso anche dal Tesoro.
Intanto ieri la Banca d’Italia ha comminato delle sanzioni amministrative pecuniarie per i componenti del vecchio cda e del vecchio collegio sindacale di Mps, fra cui l’ex presidente dell’istituto Giuseppe Mussari, per complessivi 1,3 milioni di euro circa. A Mussari Bankitalia chiede90 mila euro per violazione delle disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione da parte dei componenti il cda.