Avviso ai viaggiatori diretti in Grecia. Questa estate in spiaggia, oltre al bagnino, probabilmente troverete un finanziere. Ma non allarmatevi troppo: non sono lì per voi, ma per chi vi ospita. Sembra infatti che il business dei vacanzieri, vera spina dorsale dell’economia del peloponneso, non sia per niente in regola con il fisco.
Le cifre sono eloquenti. Secondo il governo greco, i primi controlli estivi effettuati dalla guardia di finanza ellenica hanno rilevato che il 1 esercizio turistico su due – hotel, ristoranti o villaggi – evade le tasse, con punte dell’80 per cento nell’isola di Santorini, una delle mete più battute dai vacanzieri.
Alla luce dei poco confortanti risultati, Atene ha deciso di passare al contrattacco e intensificare le ispezioni. L’esecutivo si aspetta un cambio di rotta, anche e soprattutto alla luce del taglio dell’Iva, che passa oggi dal 23 al 13 per cento per hotel e ristoranti.
Una misura prevista e più volte rinviata, l’incentivo per il settore del turismo è stato approvato da Unione europea, Banca Centrale e Fondo Monetario Internazionale e presentato dal premier Samaras come un passo ulteriore per uscire dal marasma economico in cui si trova la Grecia.
Nell’accordo siglato tra il ministero delle Finanze e i rappresentanti del settore, si parla anche di una possibilità di abbassare i prezzi dal 5 all’8 per cento. Il problema è capire se le autorità saranno in grado di far rispettare questi inediti saldi estivi vacanzieri.
Dopo un 2012 poco brillante, la stagione è in forte ripresa. Ai primi di luglio, l’unione delle imprese turistiche elleniche ha registrato un + 10 per cento di arrivi dall’estero nei primi sei mesi dell’anno. E la Banca di Grecia ha annunciato che nel periodo gennaio-maggio 2013, l’aumento delle entrate del turismo supera il 15%.
Il settore rappresenta attualmente il 17% del PIL e impiega un lavoratore su cinque in un Paese in cui il tasso di disoccupazione si avvicina al 27%. I più assidui frequentatori del mar Egeo sono tedeschi, inglesi, francesi e russi. Santorini, che fa sempre da apripista e che ha recentemente segnato un + 27 per cento di arrivi, ha visto di recente un aumento di prenotazioni dalla Cina, dal Giappone e dalla Corea del Sud.