La buona chiusura a New York non è fondata solo sulla ripresa dell’economia, ma anche su una confortante tenuta dei profitti. Delle 102 società che hanno finora comunicato gli utili del secondo trimestre, il 71% ha battuto le attese degli analisti (e il 52% ha segnato un aumento del fatturato più elevato, sempre rispetto alle aspettative). Allo stesso tempo, la ripresa, se pur non fragile, non è abbastanza robusta da configurare un boom e quindi da mettere in forse una prossima riduzione dello stimolo monetario.
Questa temperie dell’economia che, come la minestra di Riccioli d’oro, non è né troppo calda né troppo fredda, è ideale per questa fase del ciclo e promuove rialzi senza strappi per i mercati, a parte le inevitabili fasi di consolidamento.
L’indice regionale MSCI Asia Pacific avanza di quasi l’1%, spinto anche dalle rassicurazioni del premier cinese Li Keqiang sulla crescita (“l’economia non crescerà meno del 7%), rassicurazioni che hanno contributo a un +3% delle quotazioni a Shanghai. L’euro si rafforza a 1,32 mentre il petrolio, dopo le arrampicate degli ultimi giorni, ridiscende a quota 107 $/b (WTI). L’oro ancora sulle montagne russe, dopo la giornata volatile di ieri. Oggi riprende a salire e quota, nel primo pomeriggio giapponese, 1336 $/oncia.