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Tour, Rui Costa fai bis in un tappone anestetizzato dalla Sky di Froome

Il portoghese vince per distacco come a Gap. Frazione senza scosse per la maglia gialla a due giorni dalla passerella sui Champs Elysées – Cunego rinviato a giudizio per doping nel dossier Lampre della procura di Mantova.

Tour, Rui Costa fai bis in un tappone anestetizzato dalla Sky di Froome

Splendido assolo a Le Grand-Bornand di Rui Costa, che bissa il successo di Gap sempre per distacco, al termine del secondo tappone alpino, tanto atteso quanto deludente per chi si aspettava nuove imboscate alla maglia gialla Froome. Un successo, quello di Rui Costa, vincitore di due Giri della Svizzera, eletto sportivo dell’anno 2012 in Portogallo, che conferma le qualità non comuni di questo corridore, fin troppo sacrificate in casa Movistar al servizio di Valverde e di Quintana.

Sfogato sull’Alpe d’Huez l’entusiasmo patriottico dei francesi per la loro prima vittoria di tappa – sull’Equipe questa mattina giganteggiava un solo titolo “Héroique Riblon”, il Tour si era rimesso in marcia per la sua seconda delle tre cavalcate finali in alta montagna con negli occhi quella mano alzata di Froome, a quattro km dall’arrivo sulla leggendaria Alpe, segnale della prima spia che si era accesa in un motore perfetto tanto da meritare l’appellativo di extraterrestre. Una crisi di fame, secca e improvvisa, che faceva notizia ma che non ha scalfito lo strapotere del britannico sul Tour: anzi alla fine, pur perdendo ieri circa un minuto e mezzo da Quintana e Rodriguez, tra ritardo e i 20” di penalizzazione inflitti dalla giuria per il “rifornimento” fuori norma, Froome era  ripatito stamane con un vantaggio salito a oltre 5 minuti su un Contador, ormai più temperamento che gambe. 

Tappa sulla carta tra le più dure del Tour, di oltre 200 km, con il Glandon e la Madeleine, due hors categorie,  nella prima parte della corsa, la Bourg d’Oisan – Le Grand-Bornand, se doveva dare innanzitutto una risposta sulle condizioni di Froome, ha confermato che è bastata una buona cena ieri sera a rigenerare la maglia gialla che oggi non ha mai faticato, aiutato dalla squadra, a controllare la corsa. Una corsa  ravvivata fin da subito dal gesto coraggioso di Ryder Hesjedal, il vincitore del Giro d’Italia del 2012, ma che da allora era scomparso dalle cronache sportive. Anche in questo Tour non è mai stato in gioco scivolando al 62esimo posto della classifica con più di un’ora e 40 minuti di distacco da Froome. Il canadese è scattato con Izaguirre sui tornanti del Glandon. Primo in vetta, il corridore della Garmin è rimasto da solo nella discesa per poi essere raggiunto sulle lunghe rampe della Madeleine da Pierre Rolland. Ai 2.000 metri esatti del passo era il francese, che non ha perso la speranza di riprendersi la maglia di pois, a guadagnare i 25 punti del gpm.  I due fuggitivi stavano insieme fino al terzo colle, quello di Tamié (8 km al 6,2% di pendenza). 

Qui Rolland staccava Hesjedal che pagava un attacco tanto generoso quanto naif. Il canadese veniva risucchiato da un gruppo di 24 corridori tra cui c’erano anche gli italiani De Marchi e Cunego. Si pensava che i  giochi per i primi posti in classifica – i candidati al podio dal secondo posto di Contador al quinto di Rodriguez, sono racchiusi in meno di 60 secondi – fossero rinviati alle ultime asperità della giornata, in particolare il Col de la Croix Fry, posto a 13 km dall’arrivo,  1.477 metri di altitudine, con strappi del 12% e una successiva picchiata ideale per un attacco finale. Ma non sarà così. Lungo la discesa del Glandon gli allunghi tentati di Contador e dei suoi compagni della Saxo Tinkoff non avevano sortito effetto alcuno con Froome e gli uomini Sky sempre padroni della corsa, alla testa del gruppo dei migliori che a 50 km dall’arrivo aveva ancora 11 minuti di ritardo su Rolland. La battaglia tra i big di fatto latitava. 

Con ovvio grande piacere della maglia gialla che, magro come un chiodo, poteva nutrirsi in corsa con tutta tranquillità. Primo ancora sul Tamié,  Rolland era poi ripreso dagli immediati inseguitori. Finivano le speranze francesi di un possibile bis che invece esaltava Rui Costa, il più bravo a involarsi sulla Croix Fry mentre il gruppo di Froome e Contador rinunciava a darsi battaglia, arrivando al traguardo a oltre 8 minuti dal portoghese. Dietro di lui arrivava a meno di un minuto il vecchio Andreas Kloden. Hesjedal, crollato fino a precipitare nelle retrovie dove marcia l’auto-scopa,  tagliava il traguardo con più di mezzora di ritardo. Anche per Cunego un’altra giornata da dimenticare, anche se il veronese se la dovrà ricordare per un altro motivo poco simpatico: la procura di Mantova l’ha rinviato oggi a giudizio per doping assieme ad altri 27 nel dossier Lampre.

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