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Via l’Imu, ma non per tutti: allo studio maxi-franchigia fino a 600 euro o soglia metratura

La prima opzione prevede di esentare dall’imposta chi paga fino a 600 euro, ovvero circa l’80% dei contribuenti italiani, mentre la seconda punta a colpire esclusivamente le case con un’estensione superiore ai 100-120 metri quadri – Smentite le indiscrezioni che parlavano di una possibile stangata sui villini – Il Pdl attacca Saccomanni.

Via l’Imu, ma non per tutti: allo studio maxi-franchigia fino a 600 euro o soglia metratura

Maxi-franchigia o metratura. Sono questi i due criteri che restano in campo per rivoluzionare l’Imu, obiettivo numero uno dell’estate politica italiana. La prima opzione prevede di esentare dall’imposta chi paga fino a 600 euro, ovvero circa l’80% dei contribuenti italiani. In questo modo la stangata arriverebbe solo per i proprietari di abitazioni con rendite catastali molto alte, che da soli al momento garantiscono circa la metà del gettito. La seconda ipotesi prevede invece di colpire esclusivamente le case con un’estensione superiore ai 100-120 metri quadri, classificate nella classe catastale A2.

Sembra inoltre che sul tavolo rimanga anche l’idea di accorpare l’Imu alla Tares (la nuova tassa sui rifiuti) e alle imposte sugli altri servizi comunali. Se alla fine dovesse prevalere questa ipotesi, la base imponibile risulterebbe da un mix tra la metratura della casa e il numero dei componenti della famiglia, sull’esempio di quanto già accade per la tassa sui rifiuti.

Governo e maggioranza si riuniranno nuovamente mercoledì 18 luglio per fare il punto sulla discussione. Intanto, ieri pomeriggio Palazzo Chigi ha smentito le indiscrezioni stampa secondo cui il Governo avrebbe pensato di far pagare l’imposta solo su immobili di lusso, villini a schiera e bifamiliari. “Contrariamente a quanto riportato da alcune testate giornalistiche – hanno scritto dall’Esecutivo – non è prevista alcuna stangata sui villini”.

Da parte sua, il ministero dell’Economia scrive di avere “allo studio una pluralità di soluzioni sulle quali il Governo deciderà collegialmente dopo averle discusse nelle sedi di confronto che sono già state individuate”. In ogni caso, le indiscrezioni diffuse dalla stampa “non riflettono le posizioni del Governo e del ministro”. Nei giorni scorsi il Tesoro aveva garantito che avrebbe tenuto conto dei rilievi arrivati dal Fmi, che aveva suggerito all’Italia di non abolire l’Imu.

La soluzione non è affatto scontata, soprattutto perché l’imposta sulla casa è oggetto di scontri quotidiani fra le due anime della maggioranza e del Governo: il Pdl vorrebbe l’abolizione totale dell’Imu, mentre il Pd punta a rimodularla per andare incontro alle fasce sociali più svantaggiate. 

I toni della polemica si sono fatti particolarmente accesi nelle ultime ore, al punto che il centrodestra ha attaccato esplicitamente il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. “C’è una zona grigia del Tesoro – ha detto Fabrizio Cicchitto – che scavalca Governo e ministri per collegarsi direttamente con ambienti dell’Unione europea e del Fmi, per invitarli a interventi restrittivi”. Per Maurizio Gasparri, inoltre, con Saccomanni l’Esecutivo “non va da nessuna parte: serve un ministro vero e autorevole”.

A queste parole ha replicato in un’intervista a “La Stampa” Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, sostenendo che “Saccomanni è determinante per la credibilità europea e internazionale dell’Italia. Fin qui ha fatto bene: è responsabile e competente. E le sue scelte impegnano tutto il Governo, non sono mai frutto di decisioni individuali. Attaccare lui è come attaccare tutto il Governo”.

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