Il 2012 è stato l’annus horribilis del mercato immobiliare italiano. Le compravendite sono crollate del 25,7% rispetto 2011, a quota 448.364: il peggior risultato dal 1985. In termini di fatturato, il settore ha perso circa 27 miliardi di euro (sono stati spesi 75,4 miliardi di euro, contro i 101,9 registrati nel 2011). I dati sono contenuti nel rapporto immobiliare realizzato dall’Agenzia delle entrate e dall’Abi.
In linea con l’andamento delle transazioni, il valore di scambio complessivo è crollato del 26%. Il calo è diffuso in tutte le aree del Paese, con un tasso intorno al -27% per il Nord e il Centro, un picco negativo del -28,1% nelle isole e una contrazione del 22,2% al Sud. I cali del fatturato sono sostanzialmente simili per capoluoghi (-24,6%) e non capoluoghi (-27%).
Dopo la sostanziale tenuta del mercato immobiliare nel biennio 2010-2011 “il risultato del 2012 – si legge nel rapporto – è stato senza dubbio deludente”. Nel corso dell’anno, inoltre, il tasso tendenziale delle compravendite è peggiorato costantemente: dal -19,5% del primo trimestre al -30,5% del periodo ottobre-dicembre. L’area maggiormente in affanno è stata il Nord-Est (dove si realizza il 18,3% del mercato nazionale), che ha subito un calo delle compravendite pari al 28,3%.
In sofferenza le prime otto città italiane: nel 2012 le compravendite immobiliari sono crollate del 22,4% a Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna e Firenze, dove il valore di scambio stimato delle abitazioni è stato pari a circa 19,5 miliardi di euro, con un perdita di 5,7 miliardi di euro rispetto al 2012 (-22,5%).