Il nemico non è più la dittatura dello spread. Ma l’austerità senza speranza, la disoccupazione e la chiusura delle imprese. È questo il messaggio principale della relazione annuale del presidente della Consob Giuseppe Vegas, che si è tenuta come di consueto a Milano nella sede di Borsa Italiana, alla presenza anche del neo premier Enrico Letta e del gotha della finanza in una Piazza affari ancora più blindata. “Il nostro nemico non è più fuori di noi e dentro gli inafferrabili mercati, ma nelle imprese che chiudono e nel lavoro che manca”, ha detto Vegas rilevando che “oggi dobbiamo guardare alla parte di spread che è imputabile solo a noi stessi”. In altre parole, ai nodi reali su cui pesa il prezzo degli errori passati. “Dopo vent’anni di stagnazione economica e cinque di intensa crisi, ci siamo resi conto che i rimedi congiunturali non sono sufficienti. Bisogna fare di più”, ha spiegato Vegas perché “bisogna mettere l’economia produttiva in grado di ripartire”. Anche perché la tregua sui mercati è “fragile” mentre le maxi iniezioni di liquidità non rappresentano di per sé soluzioni sufficienti e di lungo periodo.
Il cambio di prospettiva è ben spiegato dalla frase scelta in apertura di relazione. Se un anno fa Vegas citava Epitteto affermando che “quel che turba gli uomini non sono le cose, bensì i giudizi che essi formulano intorno alle cose. Le nostre paure sono sintetizzate in un numero, che oggi è rappresentato dallo spread”, oggi il presidente della Consob ha fatto ricorso a Tucidide nella frase di apertura della relazione: “…è inutile accusare il passato più di quanto giovi al presente. Bisogna invece provvedere al presente per amore del futuro – senza risparmiare nuove fatiche…” (Tucidide, la guerra del Peloponneso, 1, 123).
Vegas rileva che “il Paese, pur nelle difficoltà del presente, ha tutti i requisiti per poter partecipare da protagonista alla crescita dell’Europa”. E mette in guardia da un’austerità che senza speranza “può diventare il detonatore di una crisi generalizzata”. Il necessario risanamento dei conti pubblici nei Paesi più indebitati dell’Eurozona non può che realizzarsi in un quadro di crescita economica, puntando su maggiore concorrenza e competitività.
E anche dalla Consob arriva la richiesta di una revisione degli impegni con l’Europa: il risanamento, ha precisato, “non può che avvenire attraverso un approccio più graduale rispetto a quanto ad oggi previsto dal fiscal compact”.
La Consob prende poi atto che “il legame positivo tra finanza e crescita sembra essersi spezzato” e rileva che per far tornare la finanza a essere un positivo motore di sviluppo, “dovrà assumere quella responsabilità e quella trasparenza che molto spesso negli ultimi anni le sono mancate”.
Nella relazione non ci sono riferimenti espliciti al caso Mps ma la Consob per la prima volta chiede più poteri a difesa del mercato con la possibilità di ”attivare misure cautelari” contro i membri dei Cda e di denunciarli ai magistrati, ma anche ”forme di tutela”, con ”benefici o esenzioni di pena” per chi collabora, così da favorire le talpe (whistleblowing). Tra le varie misure, Vegas ha auspicato la possibilità di infliggere multe anche “nei confronti delle persone giuridiche, anche per illeciti diversi dagli abusi di mercato”.
Davanti al gotha della finanza la Consob si presenta con un bilancio che ha proseguito con la riduzione dei costi (-7,1% sul 2011) e la revisione dei criteri di tariffazione con l’intenzione di contenere gli oneri gravanti sui soggetti vigilati nel futuro. Allo stesso tempo nel 2012 è stata incrementata l’attività ispettiva da parte della Consob: sono state concluse 33 verifiche ispettive nei confronti dei soggetti vigilati, mentre gli accertamenti avviati sono stati complessivamente 38 in aumento rispetto ai 22 del 2011. Inoltre sono state 16 le società quotate messe sotto osservazione contro solo 1 dell’anno precedente. Per il 2012 l’importo complessivo delle sanzioni è stato pari a circa 10 milioni di euro, a fronte di circa 7,8 milioni nel 2011. E nei primi tre mesi e mezzo del 2013 c’è stato un vero e proprio boom: l’ammontare è a quota 22 milioni di euro, di cui 10 milioni solo ai Ligresti.
In aumento anche l’attività di scambio di informazioni con le autorità di vigilanza di Stati membri dell’Unione Europea e di paesi terzi. L’Istituto ha inoltrato complessivamente 142 richieste di informazioni ad autorità estere (a fronte di 95 nel 2011) e ne ha ricevute 70 da altre autorità di vigilanza (85 nell’anno precedente) che hanno riguardato soprattutto casi di verifica di onorabilità e professionalità.
Nella relazione non manca poi un primo bilancio sulla Tobin Tax che seppur introdotta dall’Italia con correttivi per cercare di ”neutralizzarne l’impatto sulle imprese di minori dimensioni”, per Vegas genera un ”rischio di “spiazzamento”, forse anche irreversibile, sui mercati, in termini di delocalizzazione di importanti comparti dell’industria finanziaria nazionale e di penalizzazione per l’operatività in strumenti derivati”.