Secondo Bruxelles l’allarme arrivato ieri dall’Ocse è infondato: l’Italia viaggia verso la chiusura della procedura europea d’infrazione per deficit eccessivo. Nelle ultime previsioni della Commissione Ue, il rapporto deficit-Pil del nostro Paese, dopo il 3% del 2012, viene stimato in calo al 2,9% quest’anno e al 2,5% nel 2014. Il secondo dato è superiore alle previsioni del governo Monti, che nell’ultimo Def aveva stimato un deficit all’1,8% per l’anno prossimo. In entrambi i casi, tuttavia, le stime rimangono sotto la soglia del 3% stabilita dal trattato di Maastricht. Ieri invece l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico aveva parlato di un deficit italiano al 3,3% nel 2013 e al 3,8% nel 2014.
Nonostante le rassicurazioni su questo fronte, l’Europa avverte che il debito pubblico del nostro Paese continuerà a lievitare, segnando nuovi record storici. Secondo la Commissione, il dato raggiungerà il 131,4% del Pil quest’anno, dal 127% del 2012, e il 132,2% nel 2014.
Quanto all’andamento del Pil, la Commissione taglia la stima per il 2013, portandola da -1% a -1,3%, il linea con la previsione del governo italiano. Anche in questo caso si rileva una discrepanza sul 2014: secondo Bruxelles l’anno prossimo l’Italia crescerà solo dello 0,7%, contro il +1,3% previsto dall’Esecutivo.
L’Ue spiega che non ci sono chiari segni di ripresa nel breve periodo, perché la fiducia di consumatori e business “resta in territorio negativo, indicando un’attività economica tuttora contratta nella prima metà dell’anno”. Ma il pagamento dei 40 miliardi di debiti delle imprese da parte dello Stato dovrebbe “sostenere una leggera ripresa dal terzo trimestre”.
Quanto al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione italiano (che nel 2012 ha raggiunto il 10,7% dall’8,4% del 2011) aumenterà fino all’11,8% nel 2013 e al 12,2% l’anno prossimo. Le precedenti stime europee parlavano rispettivamente di 11,6% e 12%.