“Gli altri costruttori europei licenziano, noi no” afferma John Philip Elkann in avvio dell’assemblea Fiat al Lingotto. Aggiunge Sergio Marchionne: ”Il Paese sta attraversando una fase difficile. Siamo pienamente consapevoli che l’impegno che abbiamo preso è enorme, tanto più in un contesto di incertezza come quello attuale. Ma non ci siamo mai tirati indietro e non intendiamo farlo ora, in un momento così delicato”. E non dimentichiamo che “la Fiat è cambiata radicalmente e in profondità in meno di un decennio. E’ cambiata nella struttura, nella dimensione economica, nell’estensione geografica e nel peso che ha all’interno del settore automobilistico mondiale”. E ancora: “Fiat occupava nel 2004 l’undicesima posizione nella classifica dei costruttori mondiali, poco lontana da Suzuki” ed era “un’azienda in profondo rosso, sull’orlo dell’estinzione”. “Negli ultimi nove anni – ha osservato – abbiamo creato dalle potenziali ceneri di un costruttore italiano un gruppo automobilistico con un orizzonte globale”. E’ questa dimostrazione di orgoglio, probabilmente, il dato più qualificante emerso dell’appuntamento con i soci Fiat in cui i vertici sono stati bene attenti a non avventurarsi sul terreno della politica. ”Continua a preoccuparmi l’incertezza politica che va ad impattare sul costo dei finanziamenti dell’azienda – si è limitato a dire Marchionne – piu’ continua piu’ pesa, ma non c’e’ nessun cambiamento nei nostri piani ne’ prevediamo di fare modifiche”.
Insomma, la casa del Lingotto, da anni sotto il fuoco di fila delle critiche di parte del mondo politico, dimostra nei fatti che, a pochi mesi dal grande salto nel mercato americano e a Wall Street grazie al matrimonio con Chrysler (e alla fusione tra Fiat Industrial e Cnh), mantiene salde le sue radici italiane. Grazie all’impegno negli stabilimenti italiani ma anche con la partecipazione all’aumento di capitale in Rcs Media Group.
DOSSIER CHRYSLER, NOVITA’ A GIUGNO
Aumenti di capitale no. Cessioni, forse sì. Ma non il Cavallino Rampante. ”La Ferrari e’ l’asset che ha il più grande valore strategico nel gruppo. Per i marchi generalisti l’associazione con un marchio come la Ferrari e’ impagabile” risponde Sergio Marchionne a proposito della possibile cessione della Ferrari per finanziare l’acquisizione di Chrysler. ”I tedeschi corteggiano l’Alfa, ma hanno un interesse spasmodico per la Ferrari. Montezemolo ha fatto un grandissimo lavoro”. Il mercato approva. Davanti all’assemblea Fiat , che ha approvato il bilancio 2012 ( ricavi per 84 miliardi, in crescita del 12%, utile di 1,4 miliardi ma nessun dividendo “per mantenere un’elevata liquidità”) e rinnovato l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie per 1,2 miliardi di euro. Sergio Marchionne ha così ribadito i pilastri della strategia per arrivare al controllo di Chrysler. “Ho detto chiaramente – ha risposto ad un azionista – che non c’é alcun piano di fare aumenti di capitale per garantirci la fusione con Chrysler. Abbiamo altre posizioni, fra cui quella di monetizzare asset del gruppo. E’ un discorso da sviluppare, spero che avremo le idee più chiare entro il 2013”.
No news, dunque, da comunicare sulla questione più importante, anche perché la parola è ancora in mano ai giudici Usa: “con il fondo Veba non abbiamo raggiunto un accordo sul valore della quota Chrysler su cui abbiamo esercitato l’opzione. Ci siamo rivolti al tribunale del Delaware, ci aspettiamo una decisione nel secondo trimestre”. Non è questione di poco conto perché, secondo quanto previsto dagli accordi dell’aprile 2009, il pacchetto del 41,5% di Chrysler dovrebbe valere 1,8 miliardi di dollari. Il fondo Veba che assicura la spesa sanitaria di dipendenti e pensionati del gruppo (“lo capisco – dice Marchionne – devono trovare i soldi per il dentista…”) attribuisce a Chrysler risanata un valore di 4,2 miliardi. In ogni caso “la fusione con Chrysler è inevitabile. Non vedo la soluzione entro il trimestre. Spero che entro la fine dell’anno avremo più certezze su come raggiungerla”, ha aggiunto Sergio Marchionne durante la conferenza stampa.
L’EUROPA IN PAREGGIO SOLO NEL 2015
In attesa di definire il futuro Usa, Marchionne rinvia a fine mese di aprile, quando usciranno i dati del primo trimestre, le previsioni per il 2013. “Le condizioni dei mercati dell’America del Nord, dell’America Latina e dell’Asia – ha detto – continuano a supportare le nostre proiezioni, mentre per il mercato europeo rimangono significativi livelli di incertezza”. Il pareggio in Europa sarà raggiuto entro il 2015/16. Fino ad allora, o quantomeno finche “la situazione europea non troverà una base di certezza trovo che sia prudente conservare il massimo della liquidità. Stiamo pagando interessi fuori dagli schemi per assicurarci la possibilità di fare operazioni industriali nel futuro”. Lo ha detto l’ad Sergio Marchionne, ricordando che Fiat dispone “di circa 20,9 miliardi di liquidità, un livello enorme”. “Una delle alternative – ha aggiunto – è usare la liquidità per acquisire quote Veba, se dovessimo raggiungere un accordo abbiamo la cassa disponibile per farlo”. Intanto, pace armata con Volkswagen, mai citata. ”Condivido l’ammirazione per i tedeschi. Speriamo di arrivare anche noi ai loro livelli”. Lo ha affermato Sergio Marchionne, durante l’assemblea Fiat, rispondendo a un piccolo azionista. ”Non ho mai messo in dubbio e mai lo faro’ – ha aggiunto – la capacita’ tecnica dei nostri concorrenti tedeschi. Sono concorrenti validi, hanno fatto un grandissimo lavoro in questi anni. Ci sono comportamenti di mercato accettabili, altri no, perlomeno da parte di alcuni concorrenti tedeschi”
ELKANN: RCS, PIANO CREDIBILE
”Fiat aderisce all’aumento di capitale, il piano e’ credibile”. Lo ha detto il presidente di Fiat, John Elkann, in merito all’aumento di capitale di Rcs. ”Abbiamo fatto avere al presidente Provasoli – ha aggiunto Elkann – la nostra adesione pro quota all’aumento di capitale. E’ un piano credibile che il vertice dell’azienda sta portando avanti con una serie di iniziative”. E il numero uno non esclude di esercitare il diritto di prelazione sull’eventuale inoptato dell’aumento. “E’ molto prematuro, vedremo più in là, quando si capirà l’ammontare della quota di inoptato”.