Enel archivia il 2012 con un risultato netto di gruppo a 865 milioni di euro (4.113 milioni nel 2011, -79%), su cui pesa soprattutto la svalutazione per oltre 2,5 miliardi delle attività di Endesa Iberia. Il dividendo proposto per l’esercizio è sceso a 0,15 euro per azione. L’utile netto ordinario del Gruppo è stato pari a 3.455 milioni di euro (contro i 4.061 milioni dell’anno scorso, -14,9%). Ricavi in risalita a 84.889 milioni di euro (79.514 milioni nel 2011, +6,8%.), mentre l’indebitamento finanziario netto è sceso a 42.948 milioni di euro (44.629 milioni al 31 dicembre 2011, -3,8%). Il piano industriale 2013-2017 prevede di ridurre l’indebitamento a circa 42 miliardi di euro nel 2013, 37 miliardi nel 2014 e tra 36 e 37 miliardi nel 2017. In scia a questi numeri, il titolo di Enel crolla in apertura a Piazza Affari, dove lascia sul campo oltre quattro punti, collocandosi in coda al Ftse Mib.
A fine 2012, l’incidenza dell’indebitamento finanziario netto sul patrimonio netto complessivo (il cosiddetto rapporto debt to equity) si attestava a quota 0,81, a fronte dello 0,82 di fine 2011, mentre il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed Ebitda è pari a 2,6 (contro il 2,5 al 31 dicembre 2011).
Gli Investimenti effettuati nel 2012, pari a 7.075 milioni di euro (di cui 6.436 milioni di euro riferibili a immobili, impianti e macchinari), si sono ridotti di 409 milioni di euro rispetto all’esercizio 2011.
I risultati dell’anno scorso sono stati “in linea con gli obiettivi indicati al mercato, sia in termini di margine operativo lordo sia in termini di indebitamento finanziario netto, pur continuando ad operare in un contesto macroeconomico sfavorevole, particolarmente in Italia e Spagna – ha commentato l’amministratore delegato Fulvio Conti – dove il peggioramento dei flussi di cassa attesi, conseguente ai provvedimenti regolatori emessi dal governo spagnolo nel corso del 2012, unitamente al deterioramento del quadro economico di riferimento, hanno reso necessario un adeguamento di valore dell`avviamento associato alle attività di Endesa nella Penisola Iberica”.
Per i prossimi cinque anni, Enel conferma la strategia già avviata, “focalizzata sulla protezione dei margini e dei flussi di cassa nei mercati maturi e sullo sviluppo nei mercati in crescita e nelle rinnovabili – ha proseguito Conti -. Tutto ciò accelerando le azioni di riduzione dei costi e di incremento delle efficienze nell’ambito dell’intero gruppo, nonché di semplificazione della struttura societaria del gruppo medesimo, con una costante attenzione alla riduzione dell`indebitamento, nonché al mantenimento della nostra attuale categoria di rating. Si prevede che tali azioni possano consentire di cogliere il momento in cui le economie mature, in particolare Italia e Spagna, riprenderanno a crescere”.
Il piano industriale 2013-2017 prevede Ebitda a circa 16 miliardi di euro nel 2013, circa 16 miliardi nel 2015 e tra 17 e 18 miliardi nel 2017; utile netto a circa 3 miliardi di euro nel 2013, circa 3,3 miliardi nel 2015 e tra 4 e 5 miliardi nel 2017; rafforzamento della struttura patrimoniale anche attraverso un piano di cessioni per circa 6 miliardi e l’emissione di strumenti ibridi per circa 5 miliardi. Confermata la politica dei dividendi: pay-out pari almeno al 40% dell’utile netto ordinario del gruppo lungo tutto il periodo di piano.
Il piano industriale di Enel prevede anche la protezione del margine operativo lordo e del cash flow attraverso un significativo piano di riduzione costi e una politica selettiva degli investimenti e l’avanzamento nella riorganizzazione del Gruppo, anche attraverso operazioni di minorities buy-out. Si conferma inoltre l’incremento degli investimenti nei mercati in crescita dell’Est Europa e dell’America Latina, nonché nelle energie rinnovabili.
Il piano di riduzione dei costi e di efficientamento previsto nel piano strategico prevede una riduzione cumulativa dei costi (rispetto ai costi fissi controllabili del 2012), pari a circa 4 miliardi di euro nel periodo 2013-2017, nelle diverse geografie e comparti del Gruppo ed in particolare nei mercati maturi Spagna e Italia.