La Bce ha rivisto al ribasso le previsioni sul Pil dell’Eurozona ma l’intervento di Mario Draghi di oggi è stato ben accolto dai mercati che dopo le sue parole si sono risollevati. “Il voto impressiona i mercati meno di quanto spaventi i politici e i giornalisti “ ha detto spiegando che “i mercati capiscono che siamo in democrazia e, dopo un primo momento di eccitazione, ora mi sembra siano tornati nelle stesse condizioni di prima delle elezioni”. Draghi, che ha mantenuto il costo del denaro invariato allo 0,75%, ha poi confermato la politica accomodante precisando che nel board si è parlato di un taglio dei tassi.
Milano ha chiuso a +0,30% e lo spread è sceso a 310 punti base, Parigi +0,53%, Londra +0,18% e Francoforte +0,26% dopo aver archiviato nella mattinata un dato deludente sugli ordini all’industria in Germania sceso dell’1,9% a gennaio contro le attese di un incremento dello 0,6% previsto dagli analisti. L’euro si riporta sopra quota 1,30 a 1,3099.
Il Toro non lascia Wall Street che beneficia dei dati migliori delle attese sul fronte dell’occupazione: le richieste di sussidio di disoccupazione sono scese sui minimi delle ultime sei settimane a 340mila (previste 355mila). Il Dow Jones ha sforato così in intraday un nuovo record oltre i 14.340 punti, nonostante il freno per la delusione sul deficit commerciale diffuso nel pomeriggio: a gennaio è cresciuto di circa il 17%, a 44,45 miliardi di dollari, dal risultato (rivisto) del mese precedente di 38,14 miliardi di dollari, sopra le attese degli analisti, che si aspettavano un incremento più contenuto a quota 43 miliardi. L’aumento è attribuibile alle importazioni di petrolio. Il Dow Jones alla chiusura delle Borse europee saliva dello 0,30% a 14.339 punti e il Nasdaq dello 0,31%.
A Piazza Affari Mps, dopo essere stata sospesa per eccesso di rialzo, rimbalza del 7,3%, Azimut +5,72%, Mediolanum +4,58%, Atlantia +3,16%, Telecom +2,94%.
Le banche sono nel complesso contrastate: Intesa -1,51%, Bpm +2,21%, Unicredit -0,41%.
In fondo al Ftse Mib Buzzi Unicem -3,02%, Ansaldo -2,80%, Campari -2,65% penalizzata da un calo dell’1,6% utile netto del gruppo a 156,7 milioni e da un dividendo invariato, Autogrill -1,66%, nonostante il record di fatturato oltre i 6 miliardi. Il fatturato dei primi due mesi del 2013 (+1,1%) evidenzia ancora la debolezza del settore autostrade.
In evidenza tra le midcap Safilo +6,67% grazie alla crescita delle vendite e dell’utile del quarto trimestre. Crolla invece sui risultati 2012 Geox (-7,47%) che sperimenta ricavi e utili in calo e vede un 2013 prudente.