“Se chiamati siamo pronti a proporre un governo di cambiamento sulla base di un programma essenziale, che avrà il compito di rimuovere le barriere più pesanti tra istituzioni, politica e opinione pubblica e di varare urgenti misure sociali. Una legislatura con impegni dirimenti e cadenzabili”. Lo ha detto il leader del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, intervenendo alla Direzione nazionale del partito.
Ecco gli otto punti del programma: al primo posto Bersani pone il superamento dell’austerità imposta dall’Europa, poi il sostegno al lavoro, la riforma della politica e dei suoi costi, l’equità, la moralità, l’ambiente (a iniziare dalla gestione dei rifiuti) i diritti di cittadinanza (primo fra tutti quello per i figli degli immigrati) e il sostegno alla scuola e alla ricerca scientifica.
Il segretario ha quindi ribadito che il Pd non sta “corteggiando” il Movimento 5 Stelle, ma i grillini devono “prendersi le proprie responsabilità davanti al paese. Chi ha avuto il consenso di oltre otto milioni di elettori deve dire cosa vuol fare di questi voti, per l’Italia. Non ci si può ridurre a una proposta sulla raccolta differenziata. ‘Cinque stelle’ pensa di scegliere fior da fiore, tenendosene fuori? Aspetta una sorta di autodistruzione del sistema? Spera che noi si stia fermi e muti? Se è così, fanno dei conti sbagliati”.
Quanto ai rapporti con il centrodestra, il Pd e il centrosinistra ritengono “impraticabile qualsiasi forma di accordo – ha detto ancora Bersani -. Abbiamo la responsabilità di prospettare soluzioni politiche chiare, non ci può essere una soluzione al di sotto di quel cambiamento che il Paese invoca, e il cambiamento non si può immaginare con chi fin qui ha seminato tempesta”.
Infine, parlando della formazione di Mario Monti, Bersani ha affermato che “Scelta civica non è in grado di dare un contributo decisivo alla governabilità a dispetto della presunta centralità con cui il sistema ci chiedeva di fare i conti”.
Da parte sua, Matteo Renzi, il grande sconfitto delle primarie, giura fedeltà al segretario, ma non nasconde qualche segno di perplessità, sostenendo che un governo Pd-Pdl “in un paese normale non sarebbe uno scandalo, ma in Italia non si farà”.
Intervenendo ieri sera a Ballarò, il sindaco di Firenze ha ammesso che “dopo le primarie il Pd si è seduto. Abbiamo sbagliato, ma non mi piacciono quelli che accoltellano alla schiena il giorno dopo. Quello che dovevo dire a Pier Luigi, gliel’ho detto in faccia. E prima, non dopo”. In ogni caso, secondo Renzi realizzare un governo Pd-M5S sarà “difficile, molto difficile, ma Bersani ha diritto a fare la prima mossa”. Dopo di che, “Napolitano troverà, con saggezza, una soluzione”.