“La sfida alle elezioni è populisti contro riformisti”. Questa l’immagine scelta dal premier uscente Mario Monti per chiudere a Firenze la campagna elettorale. Secondo il Professore, nel futuro dell’Italia non ci può essere “né chi l’aveva ridotta come 14 mesi fa, né i populisti distruttivi che vogliono approfittare della rabbia della gente per distruggere tutto. Il cinismo, la rassegnazione, il populismo e la demagogia sono i veri nemici dell’Italia”.
Monti non ha risparmiato attacchi né a destra né a sinistra: “Berlusconi impersonifica l’immoderatezza: come potete votare per lui? – ha chiesto agli elettori -. Un cittadino può essere allettato da una restituzione di una tassa, ma non ci possono essere via di fuga personali”, ha aggiunto il Professore in riferimento alla proposta del Cavaliere di restituire agli italiani l’Imu sulla prima casa pagata nel 2012. “La destra torna a promettere una società dove tutto è consentito, un Paese all’insegna del liberi tutti e del liberale nessuno, delle tante libertà che mortificano gli italiani”.
La coalizione di centrosinistra, invece, secondo il Premier è “ancora prigioniera di gabbie ideologiche e di un’idea antica del Paese. Noi abbiamo scelto candidati che entrando in politica avessero qualcosa da perdere”.
Quanto ai primi obiettivi da perseguire, “abbiamo raggiunto un equilibrio meno precario dei conto pubblici – ha proseguito Monti -, ora vogliamo diminuire la precarietà con un pacchetto d’urto per il lavoro che comprenda il taglio del costo del lavoro per le aziende che assumono a tempo indeterminato, il raddoppio del numero dei posti negli asili nido, la sperimentazione di un nuovo tipo di contratto a tempo indeterminato più flessibile”.
Il Professore ha concluso sottolineando di non essere “una persona che vuole restare a tutti i costi nel giro della politica. Abbiamo la lucidità per vedere che l’Italia è ancora in piena emergenza economica e sociale, che il cammino dei sacrifici può virare verso la crescita, ma solo se si proseguono politiche rigorose”.