Si apre oggi il G20 a Mosca. L’incontro dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali, che per la prima volta si terrà sotto la presidenza russa, si protrarrà per tutto il weekend. Il tema principale e più scottante è quello della guerra valutaria, un incendio esploso nelle ultime settimane e innescato dalla politica monetaria spregiudicata del Giappone (e in misura minore degli Stati Uniti), che ha deprezzato lo yen, colpendo seriamente l’export europeo e, di conseguenza, l’intera crescita del Vecchio Continente.
Un fuoco, quello della cosiddetta guerra valutaria, che hanno cercato di spegnere in molti, nei giorni scorsi. Il G7, con un comunicato straordinario in cui ribadiva il proprio impegnano ad attenersi a tassi di cambio “determinati dal mercato” e non stabiliti ad arte, avvertendo sui rischi connessi “una volatilità eccessiva dei tassi”.
Poi è venuto il turno del presidente della Bce Mario Draghi, che ha tentato di abbassare il livello dello scontro, riducendo a “chiacchericcio” le voci sugli scontri valutari. Sulla stessa linea di Supermario si è collocato il Fondo monetario internazionale: “Pensiamo che sia una esagerazione parlare di guerra delle valute”, anche se, promettono dall’ente di Washington, “l’Fmi monitorerà attentamente se ci saranno sviluppi”, tenendosi pronto ad intervenire qualora sia necessario.
Appare improbabile in ogni caso, nonostante gli avvertimenti del premier britannico Cameron e di Wolfgang Schauble sui rischi della “svalutazione in nome della crescita”, un isolamento di Usa e Giappone al G20.
L’altro punto al centro del forum sarà la riforma dell’Fmi, argomento sul quale preme specialmente la Russia padrona di casa, anche se il viceministro delle finanze Serghiei Storciak si è detto scettico sulle reali possibilità che si possa prendere una decisione sulla ripartizione delle quote del Fondo entro la fine del summit.
Allegati: ForexEMG-Tabelle-15febbraio2013.pdf