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Astrologia, è la forza di gravità a tradire l’oroscopo

Cosa c’è di scientifico nell’oroscopo? Qual è la forza che, secondo l’astrologia, dovrebbe influenzare il nostro destino alla nascita? A queste domande, chiunque abbia studiato un po’ di fisica, può rispondere concludendo che l’unica forza in gioco è quella gravitazionale, che però conferma l’insensatezza degli oroscopi

Astrologia, è la forza di gravità a tradire l’oroscopo

L’astrologia è una pseudoscienza. Lo ha ribadito, nel 2006, anche il National Science Board americano, ma il calcolo dell’esatta collocazione di stelle e pianeti rispetto alla Terra, nel momento della nascita di un individuo è una speculazione che si avvale dell’astronomia, quindi ha un valore scientifico. Questo perché la rappresentazione della posizione degli astri è un’operazione tecnica, che chiunque potrebbe fare qualora fosse dotato delle strumentazioni adeguate e di un minimo di nozioni sulla materia. Al contrario, la sua interpretazione allo scopo di classificare i comportamenti delle persone o addirittura predire il futuro è un’operazione totalmente arbitraria e priva di fondamento scientifico.

Da quando è stato definito lo Zodiaco (più di 2000 anni fa) ad oggi non è mai stato possibile dimostrare la validità scientifica di questa interpretazione e tutte le previsioni che hanno avuto un riscontro positivo nella realtà sono state inesorabilmente annullate da tutte quelle fallite. Tra l’altro, a causa della precessione degli equinozi, il cielo di oggi è diverso da quello che vedevano gli antichi: il risultato è che chi nasce, ad esempio, sotto il segno della Vergine, in realtà è nato “nella Bilancia”, perché tutto si è spostato di quasi un intero segno in avanti.

Ma è possibile dimostrare scientificamente che l’astrologia ha preso davvero un granchio, fin da quando è stata concepita? Ebbene si, bastano pochissime nozioni di fisica elementare e un banalissimo ragionamento che, oltre a non dare più alcuna speranza a chi crede negli oroscopi, porta ad una conclusione che fa sorridere.

Iniziamo: secondo le teorie scientifiche attualmente più accreditate, in natura esistono quattro forze, o meglio interazioni fondamentali, che operano sui corpi: la gravità, l’interazione elettromagnetica, l’interazione nucleare forte e l’interazione debole. Assumendo che l’interazione tra i corpi celesti e le persone non possa che esplicarsi attraverso una forza fisica ed escludendo a priori che si tratti di un’interazione di tipo nucleare (debole o forte che sia) a causa delle distanze in gioco, si giunge alla tesi che debba trattarsi di una forza elettromagnetica o di tipo gravitazionale.

Non si puo’ tuttavia escludere che esista una interazione, ad oggi sconosciuta, oltre alle quattro fondamentali che abbia un ruolo nell’ambito dell’evoluzione dell’Universo. La storia della fisica finora ha però dimostrato che forze di natura apparentemente diversa, erano in realtà manifestazioni della stessa interazione fondamentale. L’ipotesi dell’esistenza di una nuova ed ulteriore interazione tra astri ed esseri viventi sarebbe perciò in controtendenza. I fisici di tutto il mondo, più o meno da dopo la data della formulazione delle quattro equazioni di Maxwell sono infatti alla ricerca di una teoria che unifichi tutte le forze conosciute della natura. Accantoniamo quindi questa ipotesi e continuiamo.

Considerando che il campo magnetico terrestre fa da scudo alla superficie della Terra e ai suoi abitanti contro le particelle cariche dei “venti magnetici” provenienti dagli altri pianeti (perfino quelli del sole) e che le forze elettrostatiche sono per definizione localizzate e di debole intensità, si può concludere che l’astronomia basa i suoi principi sulle presunte influenze delle interazioni di tipo gravitazionale degli astri sugli individui.

Ora, per avere una idea di quanto le posizioni planetarie dei corpi celesti possano influenzare gli eventi della vita di ciascuna persona a partire dalla nascita, si può fare un ragionamento all’estremo, mettendo a confronto una forza campione conosciuta, numericamente valida e di facile scrittura, con quella appunto di tipo gravitazionale che agisce complessivamente tra una costellazione o un astro e un bambino appena nato.

Nel sistema solare, il pianeta più massiccio è Giove (318 volte la Terra), che è costituito al 90% da atomi di Idrogeno. Si può allora circoscrivere l’analisi ad un singolo componente per poi estendere il ragionamento a tutto il sistema. Come termine di paragone si può prendere la forza elettrostatica (di cui tutti conoscono la lieve entità). Si tratta, in sostanza, di mettere a confronto i due tipi di interazione come nel più classico degli esercizi accademici.

La forza gravitazionale F(G) che elettrone e protone si scambiano in un atomo di questo tipo è data da:

Forza Gravitazionale

Dove m(p) è la massa del protone, m(e) è la massa dell’elettrone, r è la distanza tra i due e G la costante di gravitazione universale. La forza elettrostatica F(e) che lo stesso elettrone e lo stesso protone si scambiano nello stesso atomo di Idrogeno è:

Forza Elettrostatica

Dove “e” è la carica dell’elettrone. Sostituendo i valori numerici, e ricordando che:

Costante Gravitazionale

Si ha:

Valore numerico Forza Gravitazionale
Valore numerico Forza Elettrostatica

Pertanto:

Confronto Forza Gravitazionale e Forza Elettrostatica

Come si vede, la forza gravitazionale, pur sussistendo anche fra particelle subatomiche cariche, gioca un ruolo del tutto trascurabile rispetto alla forza elettrostatica che, a sua volta, non è mai stata ritenuta responsabile di alcun tipo di influenza nelle nostre azioni quotidiane. Perché allora prendere in considerazione, per costruire i mattoni dell’astrologia, una forza che è infinitamente più piccola di un’altra che, tra l’altro, si manifesta solo a distanza ravvicinatissima?

Nonostante il valore ottenuto debba essere moltiplicato per il numero di atomi di tutto il corpo celeste in considerazione (ma nella disuguaglianza il fattore si troverebbe sia a destra che a sinistra e non cambierebbe alcunché) rimane da considerare la distanza abissale che ci separa dal pianeta in questione. Con una rapida e analoga schematizzazione è possibile dimostrare che la forza gravitazionale esercitata dalla levatrice sul bambino appena nato è di gran lunga maggiore di quella appena calcolata e che quindi avrebbe più senso interessarsi alle interazioni delle forze fisiche tra gli individui al fine di costruirne gli oroscopi piuttosto che a quelle tra astri, costellazioni, pianeti e neonati.

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