Comincia oggi alle 15 a Bruxelles il secondo e, si spera, risolutivo Consiglio europeo sul quadro di bilancio pluriennale comunitario 2014-2020 (Mff). Le pressioni per riuscire, questa volta, sono enormi, dopo che il primo tentativo, nel novembre scorso, era fallito per l’impossibilità di trovare un compromesso fra i paesi (soprattutto Gran Bretagna, Germania, Olanda e paesi nordici) che vogliono tagliare di più le risorse da conferire a Bruxelles e quelli che, al contrario, vogliono almeno mantenere il livello della programmazione di bilancio ancora in corso (2007-2013), ma in termini reali, ossia tenendo conto dell’inflazione.
Per l’Italia, parteciperà al vertice il presidente del Consiglio Mario Monti, che – è stato chiarito anche con gli interlocutori europei – pur essendo limitato agli affari correnti per quanto riguarda la sua azione nazionale, è nei suoi pieni poteri per quanto riguarda le decisioni del negoziato europeo.
Monti sarà accompagnato dai tre ministri tecnici che hanno avuto fin dall’inizio i ruoli più importanti nella sua sua ‘squadra’ europea, svolgendoli in modo molto efficace: Enzo Moavero Milanesi (Politiche europee), Fabrizio Barca (Coesione) e Mario Catania (Politiche agricole). Per l’Italia, che ha già garantito di poter salvare i propri fondi di coesione e limitato i danni della riduzione dei fondi per la politica agricola, due sono le ‘linee rosse’ fondamentali: migliorare il saldo netto negativo che nel 2007-2014 è stato pari a 4,5 miliardi di euro (lo 0,28% de Pil) e modificare in senso più equo il sistema dei ‘rimborsi’ proliferato dopo il primo ‘sconto’ dato ai britannici.
A novembre, il negoziato si era interrotto dopo che il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, aveva proposto un nuovo pacchetto che tagliava da 1.091 a 973 miliardi di euro l’ammontare complessivo delle risorse per il nuovo Mff, rispetto alla proposta originaria della Commissione europea.
L’accordo precedente, per il periodo 2007-2013, aveva stanziato 994 miliardi di euro (sempre in termini di crediti d’impegni). Secondo indiscrezioni non confermate, ma molto plausibili, nella nuova proposta di compromesso che Van Rompuy presenterà domani dovrebbe esserci un taglio di un’altra ventina di miliardi di euro, che non andrebbe a toccare le cifre di novembre nei due capitoli della Politica agricola comune e delle politiche di coesione, ma sacrificherebbe un po’ di più soprattutto le risorse per le infrastrutture (trasporti, tlc, energia) del ‘Connencting Europe facility’, l’unico vero piano ‘keynesiano’ europeo di investimenti pubblici per il rilancio.