Pesa di più l’incertezza italiana o la sindrome spagnola? In Piazza Affari si sono scatenate le vendite di chi teme un risultato elettorale incerto che non permetterà all’I talia di avere un governo stabile in grado di fare le riforme. E’ questa, ad esempio, la previsione di un report diffuso stamattina da Nomura nel timore che le ultime demagogiche promesse di Silvio Berlusconi di restituire l’Imu e varare un nuovo condono tombale potrebbero fargli aumentare i consensi.
Ma anche a Madrid il governo di Mariano Rajoy è in difficoltà, al minimo dei consensi, con l’opposizione socialista che chiede le dimissioni per i nuovi scandali di corruzione che stanno emergendo. L’incertezza ha gelato i listini, dopo settimane di grande euforia. A Wall Street il Dow Jones .DJI cede lo 0,85%, lo Standard & Poor’s 500.SPX lo 0,35% e il Nasdaq l’1,21%. Non è andata meglio all’Asia. Ma la piazza più colpita è stata Milano con l’indice FtseMib precipitato in ribasso del 4,5%, peggiore listino in Europa, un palmo sopra Madrid -3,8%.
Ma, con il passare delle ore, la paura si è diffusa in tutta Europa: Parigi ha perso il 3%, Francoforte -2,5%. Londra ha beneficiato del fatto di essere fuori della zona euro e ha limitato il ribasso a -1,5%. Dopo avere raggiunto settimana scorsa i massimi degli ultimi 4/5 anni, i mercati azionari hanno fatto così una brusca marcia indietro, innescata dai timori di un possibile deterioramento del quadro politico europeo.
Sul mercato dei titoli di Stato la batosta è stata netta: il rendimento del Btp a 10 anni è salito al 4,46% e lo spread si è allargato di 20 punti base fino a quota 284. Lo spread del Bono spagnolo si è allargato di 29 punti base (a quota 378) e quello portoghese di 30 punti base. Insomma, le elezioni italiane stanno facendo ballare la tarantella a tutto il Sud Europa. L’euro ha perso terreno di tutte le principali valute: contro il dollaro è sceso a 1,352 da 1,364 di venerdì, contro il franco svizzero a 1,229 da 1,238, contro la sterlina a 0,8603 da 0,8692.
INSIDE PIAZZA AFFARI
Fra le blue chip milanesi solo Saipem ha chiuso con il segno più (+0,5%), spinta dalla promozione a “buy” di Société Générale. Fra i pochi titoli positivi, anche TerniEnergia +0,09%.
Le perdite più pesanti sono delle banche: pesa sul listino la discesa di Unicredit, crollata in ribasso dell’8,2%, complice anche il report di Ubs che ha abbassato il giudizio a neutral da buy. Negative anche le altre banche: Intesa ha perso il 5,3%, BancoPopolare -6,8%, MontePaschi -4,8%.
Generali è finita in ribasso del 5,5% a 13,23 euro: Barclays ha fissato un target price di 12,5 euro con raccomandazione equal weight. Fra le altre assicurazioni, Unipol ha perso il 4,1%. A Milano sono finiti in forte ribasso anche i titoli industriali: Fiat Industrialè scesa del 2,8%: Deutsche Bank ha abbassato il giudizio a hold da buy.
Fiat ha perso il 5,4%, Pirelli -5,1%, Finmeccanica -6,7%. Pesanti ribassi per Eni -3,3%, Enel -4,5%, in calo anche Telecom Italia -4,8%. Fra le mid cap prosegue il tracollo di Seat -25%, dopo la dichiarazione la settimana scorsa di un nuovo default su alcune obbligazioni.