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Mps, prove di rimbalzo in Borsa: piace l’idea di un partner forte lanciata da Profumo

Tutti i riflettori della Borsa sulla Banca senese dopo il via libera di Banca d’Italia ai Monti bond – Il mercato è attratto dall’idea lanciata dal presidente Profumo di cercare un partner forte, italiano o estero – Intanto la magistratrura stringe sulle inchieste – Exxon torna leader della capitalizzazione di Borsa – Mercoledì i conti Fiat.

Mps, prove di rimbalzo in Borsa: piace l’idea di un partner forte lanciata da Profumo

L’attenzione di Piazza Affari sarà ancora concentrata su Monte Paschi, ormai al centro della contesa politica e dei clamori di inchieste giudiziarie potenzialmente clamorose. Dopo il via libera, sabato, all’emissione dei Nuovi Strumenti Finanziari, la Banca d’Italia ha già inoltrato al ministero dell’economia il parere sull’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica della Banca. Tocca ora al Tesoro completare l’iter previsto dalla legge per permettere al Mps l’emissione dei bond. Domani il ministro Vittorio Grilli riferirà in Parlamento sulla vicenda. Prima ancora il tema sarà affrontato dal Comitato per la Stabilità Finanziaria di cui fanno parte tra gli altri il Tesoro, la banca d’Italia e la Consob. Infine spetterà al consiglio d’amministrazione della banca che dovrà varare l’emissione dei 3,9 miliardi di Monti bond la cui restituzione potrà avvenire in tre modi: a) pagamento cash fino a concorrenza dell’utile; b) in caso di perdita, in azioni del Monte al valore di mercato; c) con nuove obbligazioni al 9,5% purché arrivi il benestare Ue. 

Ce la farà il Monte ? Alessandro Profumo e Fabrizio Viola dicono di sì, ma affilano le armi per accelerare il lancio dell’aumento di capitale (con esclusione del diritto di prelazione degli attuali soci) da un miliardo. Prima dell’aumento avrà cancellato il vincolo al tetto del 4% , che vale per i soci diversi dalle Fondazioni. Alessandro Profumo non nasconde le sue preferenze: “Mi piacerebbe avere un socio finanziario di lungo termine. La nazionalità non e’ importante. L’importante e’ che creda nel progetto” di “dare un futuro stabile alla banca più antica del mondo” oggi ” completamente autonoma dai partiti”. La prospettiva di un partner forte potrebbe spingere al rialzo il titolo dopo la fortissima volatilità della scorsa settimana, chiusa con un rimbalzo superiore al 10%. 

Mercoledì 30, ventiquattrore dopo la relazione che il ministro dell’Economia Vittorio Grilli terrà in Parlamento sul caso Mps, il presidente del Banco de Santander Emilio Botín-Sanz de Sautuola y García de los Ríos, Marquis Consort of O’Shea dovrà affrontare in assemblea le rimostranze dei 140 mila possessori di obbligazioni convertibili emesse al momento dell’operazione Abn Amro che saranno convertite in azioni ad un valore pari più o meno alla metà del prezzo di emissione nel 2007. Eppure il Banco de Santander è stato l’unico vincitore della scalata alla banca olandese. I compagni di Opa, la belga Fortis e la britannica Rbs, sono stati salvato dal fallimento dai rispettivi Stati. La sorte di Mps, che rilevò a caro prezzo dal Santander la “preda” italiana della scalata, cioè Antonveneta, sta subendo una sorte simile. Ma nell’assemblea di mercoledì non mancheranno di sicuro le critiche al settantasettenne Botìn, 77 anni, il banchiere numero uno d’Europa passato indenne dalla grande crisi anche per i doni in arrivo da Siena. Sui mercati finanziari, però, regna un discreto ottimismo. 

ASIA

L’ultima nota positiva arriva dalla Cina: a dicembre i profitti delle aziende di Pechino hanno registrato un sensibile miglioramento. I listini asiatici sono in rialzo a partire da Hong Kong +0,5% e Shangai +1,6%. Fa eccezione Tokyo -0,78%, nonostante lo yen sia sceso a 91,06 sul dollaro, ai minimi dall’agosto 2010. Preoccupa però la contesa valutaria tra le potenze della regione: anche il won coreano si è indebolito al pari dello yen, nel tentativo di contrastare la maggior competitività delle merci di Tokyo. Intanto il premier giapponese Shinzo Abe fa sapere che, grazie alla ripresa dell’export e dei consumi, il governo spera di incassare assai di più in tasse, limitando così l’emissione di nuovi titoli di Stato.  

AMERICA 

A Wall Street l’indice S&P500, ha chiuso la settimana passata in rialzo dello 0,54%, per la prima volta oltre quota 1500 in chiusura (1502,96). Il Nasdaq è salito dello 0,45% ed il Dow Jones dello 0,51%. Sempre venerdì Exxon (418 miliardi di dollari di capitalizzazione) è tornata in testa nella classifica per valore di Borsa scavalcando Apple (413 miliardi) che dai massimi di settembre è scesa di 245 miliardi. Dopo Davos riprende l’attività delle banche centrali. Mercoledì si riunirà la Federal Reserve. Non si prevedono novità di rilievo, almeno sul fronte dei tassi, da tempo fermi tra lo 0 e lo 0,25%, o su quello degli acquisti di titoli sul mercato secondario (85 miliardi mese). 

I mercati, però, attendono indicazioni più precise sull’andamento dell’economia: le prime indicazioni sul quarto trimestre confermano un rallentamento della ripresa. Di rilievo, poi, la staffetta all’interno del Fomc, il comitato dei quattro governatori che votano assieme a Bernanke: entrano James Bullard (Saint-Louis), Esther George (Kansas City) et Eric Rosengren (Boston) e il leder delle colombe Charles Evams (Chicago) fautore di misure ancor più aggressive contro la recessione.

EUROPA 

Le Borse europee hanno chiuso in netto rialzo: Londra +0,3%, Parigi +0,6%. Sostenuta da un dato sorprendentemente positivo dell’indice Ifo, la Borsa di Francoforte è salita dell’1,4%. Il meeting di Davos ha ratificato i progressi nella gestione della crisi da parte della Bce. Il presidente della Bce Mario Draghi ha sottolineato i miglioramenti dei mercati finanziari europei e ha detto che la ripresa nella zona euro inizierà a manifestarsi nella seconda metà di quest’anno.

La nota più inquietante riguarda il mercato dei cambi. Nonostante gli avvertimenti di Angela Merkel e Mario Monti, preoccupati che il rafforzamento della valuta freni l’export, l’euro è salito stamane a quota 1,3455 contro il dollaro (da 1,345 della chiusura precedente), a 1,2496 contro il franco svizzero (da 1,2444) e a 0,8540contro la sterlina (da 0,8518). 

ITALIA

Neanche lo scandalo derivati del Monte Paschi ha fermato l’ascesa di Piazza Affari che in settimana ha registrato un rialzo dello 0,97% che porta a +8,9% il guadagno dall’inizio del 2013. Il Btp ha messo a segno un progresso con il rendimento sceso a metà seduta al 4,07%, il livello più basso da oltre due anni (novembre 2011). La chiusura finale è stata al 4,11%, con spread in caduta di 10 punti a quota 248.

INSIDE PIAZZA AFFARI 

Arrivano i primi bilanci. Riflettori accesi su Fiat, invariata venerdì, in vista del cda di mercoledì 30 che si terrà nello stabilimento ex Bertone di Grugliasco, pronto a ripartire con la produzione di Maserati. Secondo il consensus pubblicato sul sito di Fiat, gli analisti prevedono che il Lingotto chiuda il 2012 con un utile netto di 1,3 miliardi di euro. A detta degli esperti il trading profit dovrebbe attestarsi a 3,81 miliardi, mentre il debito netto industriale è visto a 6,61 miliardi. Gli analisti prevedono per il 2013 profitti pari a 1,62 miliardi di euro e per il 2014 pari a 2,05 miliardi. Fiat pubblicherà i conti mercoledì 30 gennaio.

Attenzione ad Impregilo dopo la decisione del tribunale civile di Milano che h respinto il ricorso di Gavio che chiedeva l’annullamento dell’assemblea dello scorso luglio che ha visto la vittoria di Pietro Salini. In particolare il tribunale non ha ravviato l’ipotesi di un acfordo occulto tra Salini ed il fondo Amber. Ora la sfida si sposta all’Antitrust e, opratutt, alla Procura di Milano ove lo stesso Aalini, il direttore generale Massimo Ferrari, il finanziere Joseph Oghurlian di Amber e il suo rappresentante italiano Umberto Mossetti sono indagati per presunto aggiotaggio. 

Mps a parte, le banche venerdì hanno chiuso contrastate: Unicredit +0,4%, Intesa -0,8%, Banco Popolare -0,1%. Nel risparmio gestito, Azimut è salita dell’1,6%. Fra gli altri titoli industriali, brillante StM, in rialzo del 3,9% dopo la promozione di Exane a outperform. E’ caduta invece Pirelli, in ribasso del 3,3% dopo che Deutsche Bank ha tagliato la raccomandazione a hold da buy. Eni è arretrata dello 0,7%: SocGen ha tagliato la raccomandazione a hold da buy. Saipem ha perso il 2,6% e Tenaris l’1,2%. Telecom Italia -0,8%.

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