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Monti: ridurre Imu, Irpef e Irap è possibile

Secondo il piano del Professore, le risorse per tagliare Imu, Irap e Irpef arriveranno dal “blocco della spesa corrente al netto degli interessi” – “Escludo una nuova manovra, ma dipenderà dal voto” – “Serve una grande coalizione per fare le riforme necessarie” – Bersani: “Dopo il voto discuteremo con Monti”.

Monti: ridurre Imu, Irpef e Irap è possibile

Dall’anno prossimo sarà possibile ridurre le tasse: Imu, Irap e Irpef. Parola di Mario Monti. Intervistato oggi alla trasmissione Omnibus su La7, il Premier uscente ha annunciato un piano fiscale che promette di essere il cardine della sua campagna elettorale: “Uscirà una nostra proposta – ha detto – e sarà coerente con gli impegni in Europa”.

Innanzitutto, il Professore intende “bloccare la spesa pubblica corrente al netto degli interessi: lo Stato non spenderà un euro in più rispetto al 2012. Significa -4,5% nell’arco dei cinque anni. E’ un obiettivo credibile, non sono promesse ma impegni seri”.

Si ricaveranno così le risorse per tagliare le tasse: “Imu ridotta dal 2013 – ha spiegato ancora Monti -, aumentando la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e raddoppiando le detrazioni per i figli a carico e gli anziani soli da 100 a 200 euro. Il costo è di 2,5 miliardi”.

Quanto all’Irap, il Presidente del Consiglio dimissionario promette che sarà “ridotta e favorevole al lavoro dal 2014: via il monte salari dalla base imponibile. Il totale della riduzione Irap a fine legislatura sarà pari a un dimezzamento dell’attuale carico fiscale sul settore privato. Sono 11,5 miliardi di imposta in meno in cinque anni sulle imprese, con priorità alle Pmi”.

Infine, sempre dal 2014, “meno Irpef: vogliamo ridurla significativamente a partire dai redditi medio bassi, con l’aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la diminuzione delle aliquote a partire da quelle più basse. Complessivamente, nella legislatura si tratta di meno 15 miliardi e mezzo corrispondente ad una riduzione del rapporto tra gettito e Pil del 2%”.

Per quanto riguarda la possibilità di una nuova manovra, Monti ha detto di “escluderla”, precisando tuttavia che dipenderà dall’esito del voto. Il Professore ha quindi lanciato l’idea di una grande coalizione per le riforme: “Non bastano maggioranze strette – ha detto -. Se ci fosse una grande coalizione su alcuni temi di riforma, non so se avrebbe il sapore della vecchia politica, ma della politica oggi necessaria. Di certo mi sento di escludere di essere io foglia di fico su politiche tradizionali e tradizionalmente inefficaci: si può benissimo stare in Parlamento e non partecipare a un maggioranza”.

Intanto il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato dal quotidiano francese “Les Echos”, ha detto che “le forze di centro hanno l’ambizione di rappresentare un punto d’equilibrio, ma nella situazione italiana non penso che giocheranno un ruolo determinante”. In ogni caso, dopo le elezioni “siamo pronti a discutere con Monti. Sono convinto che chi raccoglierà la maggior parte del voto popolare sarà in condizioni di governare sia alla Camera che al Senato. Ma anche se avremo la maggioranza, vista la situazione del Paese, il centrosinistra non sarà settario e m’impegno a discutere con le forze europeiste, non populiste e costituzionali. I nostri avversari sono Berlusconi, la Lega nord, Beppe Grillo e tutte le forme di populismo anti europeo. Sul Governo – ha aggiunto il leader del Pd, siamo pronti a discutere con Mario Monti. Starà a lui decidere. Non voglio che il centrosinistra appaia come una forza settaria”.

E proprio mentre Bersani apre a Monti, il Professore tende la mano a un Pdl senza il Cavaliere: “Credo che il nostro programma vada incontro a molte esigenze d’iniezione di cose liberali che credo siano un desiderio per ora frustrato di elettori di Berlusconi – ha sottolineato il Premier -. Con questo tipo di popolo avrei volentieri a che fare. Purché non abbia sopra un blocco di tipo personale, ideologico, comportamentale, com’è l’attuale presidente Silvio Berlusconi”.

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