“Dobbiamo liberarci da falsi miti e miraggi: il più insidioso è che l’austerità uccida l’economia”. Lo ha detto il vicedirettore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, intervenendo al seminario “Economia e Politica nel 2013” organizzato da The Ruling Companies Association.
“Apparentemente è difficile non essere d’accordo” con chi si scaglia contro l’austerità, ma “in un Paese come il nostro, in cui c’è una storia di eccessi di spesa pubblica, di deficit e di debito, una manovra keynesiana” di spesa pubblica “rischierebbe di far venire ai nostri investitori uno spavento terribile”, ha aggiunto Rossi, sottolineando che questo tornerebbe la sfiducia sul Paese e lo spread ricomincerebbe a salire.
Secondo Rossi, il rilancio della spesa pubblica per far ripartire l’economia avrebbe dei costi così elevati che “finirebbero per annullare i benefici di quella manovra. Non c’è nella storia un caso in cui una forte iniezione di spesa pubblica abbia generato una crescita durevole, sostenibile e di lungo periodo”.
Insomma, per crescere serve altro: “Il punto è far sì che il settore privato sia capace di fare innovazione e ricerca di efficienza”. Il comparto pubblico, dal canto suo, “deve mettere a disposizione servizi efficienti, regole che facciano lavorare bene gli agenti economici, porre riparo ai fallimenti di mercato e badare alla redistribuzione del reddito secondo principi di equità”.