In occasione del trentesimo summit UE-Russia, svoltosi a Bruxelles il 20 dicembre scorso, Eurostat ha pubblicato gli ultimi aggiornamenti riguardanti il commercio tra i due partner internazionali.
Dopo una profonda contrazione nel corso del 2009, nei due anni successivi il commercio di beni UE in Russia ha incominciato a risalire: le esportazioni, passate da 105 a 66 miliardi di euro nel periodo 2008-09, sono poi aumentate a 86 miliardi nel 2010 e a 108 nel 2011. A loro volta, le importazioni sono scese da 178 miliardi del 2008 a 118 nel corso del 2009, per poi aumentare fino a 161 miliardi nel 2010 e a 199 nel 2011. Di conseguenza, il deficit UE nei confronti della Russia ha registrato un aumento da 52 miliardi nel 2009 a 91 miliardi nel 2011.
I primi nove mesi del 2012 indicano una crescita degli scambi UE-Russia: l’export è salito del 15%, passando da 79 miliardi dello stesso periodo del 2011 a 91 del 2012, mentre le importazioni sono cresciute del 5%, da 149 a 157 miliardi. Di conseguenza, il deficit commerciale è sceso a 65 miliardi di euro, contro i 70 dello stesso periodo 2011.
Nei primi nove mesi del 2012, la Russia è risultata essere il terzo più importante partner commerciale dell’UE, dopo USA e Cina, contando per il 7% dell’export ed il 12% delle importazioni europee. La Germania rappresenta da sola un terzo dell’export UE in Russia ed un quinto delle importazioni, seguita da Italia (8% export), Francia (8%) ed Olanda (7%), mentre, dal lato delle importazioni seguono Olanda (14%), Polonia (10%), Italia (9%) e Francia (6%). I paesi a registrare i deficit maggiori sono stati, nell’ordine, Olanda (15,9 miliardi di euro), Polonia (10,2 miliardi), Italia (6,6 miliardi) e Spagna (3,9 miliardi). In generale, i surplus contabilizzati sono stati modesti: l’ammontare maggiore è stato registrato in Danimarca (0,7 miliardi).
I beni manufatti rappresentano più dell’85% delle esportazioni europee in Russia, mentre le risorse energetiche ammontano ad oltre tre quarti delle importazioni.