Il 2012 è stato un anno ricchissimo dal punto di vista sportivo, pieno di avvenimenti importanti, immagini, imprese, protagonisti, campioni, ma se proprio bisogna scegliere una faccia da mettere in copertina, non si può non mettere quella di Lionel Messi, a soli 25 anni già tra i più grandi sportivi di sempre, non solo per il mondo del calcio. L’anno era iniziato con il numero 10 argentino che alzava il terzo Pallone d’oro consecutivo e si chiude con il fenomeno blaugrana lanciatissimo alla storica conquista del suo 4°, che con ogni probabilità gli verrà consegnato il prossimo 7 gennaio a Zurigo, sbaragliando la concorrenza di Cristiano Ronaldo e del compagno di squadra Iniesta, e con buona pace di tre monumenti della storia del calcio come Cruyff, Platini e Van Basten, i “mortali”, al confronto con l’extraterrestre Leo, capaci di vincere il premio in tre occasioni. La Pulce ha vissuto 12 mesi memorabili (e forse irripetibili) dal punto di vista personale in cui ha segnato senza soluzione di continuità, chiudendo, grazie all’ultimo gol con il Valladolid, con il pazzesco record di 91 reti realizzate nel corso dell’anno solare, superando di sei lunghezze il precedente primato di Gerd Muller (85) che durava da 40 anni, nonostante un infortunio a inizio dicembre sembrasse poterlo ostacolare in questa sua rincorsa. La spaventosa cifra finale di 91 gol, 79 messi a segno con il Barcellona (il 44% delle 178 marcature totali dei catalani) e 12 con la maglia dell’Argentina, è stata raggiunta scendendo in campo 69 volte, con una media di 1,3 reti a partita, a cui Messi ha aggiunto 24 assist, tanto per gradire.
La cosa impressionante di questa impresa, che dà la misura di quello che è riuscito a fare l’attaccante del Barça, viene resa dal parallelo con alcuni numeri statistici di alcuni calciatori o squadre “normali” (ma non troppo), a cui Leo regge il confronto da solo contando esclusivamente gli ultimi 12 mesi : Messi ha infatti segnato più gol di quelli che si sono visti agli ultimi Europei (76), ha realizzato più reti di quelle che Pelè ha messo a referto nella sua carriera con la maglia del Brasile (77), ha superato di 11 lunghezze il numero totale di gol (80) serviti all’Inter nel 2006/2007 per vincere il campionato con 97 punti (record per la nostra Serie A), ha fatto un centro in più della somma delle reti nel 2012 di Cavani (44), Milito (29) e El Shaarawy (17) con le rispettive squadre di club, che assieme arrivano a 90, 90 è anche la cifra totale dei gol realizzati finora con le squadre di club (Lione e Real Madrid) dal coetaneo francese Karim Benzema (non l’ultimo degli attaccanti), è andato in porta 10 volte in più del totale di Maradona nella sua avventura al Napoli (81, in sei stagioni), infine ha segnato solo 4 gol in meno di quelli del Milan nei suoi incontri ufficiali nel 2012 (95).
Per Messi, inoltre , nel suo fantastico 2012 anche il riconoscimento della Scarpa d’oro (50 gol), il titolo di capocannoniere della scorsa Champions per la quarta edizione consecutiva e il record assoluto di marcature in una stagione tra club e Nazionale (82 nel 2011/2012, meglio di Pelè che si era fermato a 75 nel 1958), offuscando il rivale di sempre Cristiano Ronaldo (per lui quest’anno “solo” 63 gol totali, 58 su 58 presenze con il Real) e anche gli strepitosi numeri di Falcao. Nello spazio di 7 anni e mezzo, dalla prima rete con il Barcellona del 1° maggio 2005 contro l’Albacete, la “Pulce” di Rosario ha polverizzato ogni tipo di primato, migliorandosi ogni anno e riscrivendo record che duravano da decenni e ora difficilmente superabili, con tanti anni ancora di carriera davanti si è già garantito un posto nella leggenda di questo sport. Che nessuno potesse reggere il confronto con lui era chiaro da tempo, forse solo Cristiano Ronaldo poteva essere accostato a Leo per quello che ha fatto vedere in questi anni, con il portoghese considerato da alcuni anche più forte analizzando alcune caratteristiche specifiche, come lo stacco di testa o i calci da fermo a renderlo più completo, ma anche sotto questo punto di vista l’argentino ha ampliato ulteriormente il suo infinito bagaglio tecnico, incominciando a segnare con continuità anche direttamente da punizione (battute in perfetto stile maradoniano). A proposito di Diego, nell’ultimo anno Messi ha migliorato di molto anche le sue prestazioni con la maglia dell’Albiceleste, con la quale in passato non riusciva a rendere come nel Barca ed erano l’unica fonte di critica nei suoi confronti. Ora che finalmente è diventato decisivo, con le sue giocate e i suoi gol, anche in Nazionale, l’ultimo pezzo esclusivo che manca al suo sterminato palmares è la conquista della Coppa del Mondo, ultimo baluardo a cui Pelè e Maradona restano strenuamente aggrappati per contendergli ancora il trono di dio del calcio, anche se ormai sono sempre di più e in netta maggioranza quelli che lo ritengono già adesso il calciatore più forte di tutti i tempi. Eppure, in questo 2012 pieno di successi personali, con il Barcellona ha sollevato soltanto la Coppa del Re, lasciando la Liga e la Supercoppa spagnola al Real di Mourinho e venendo clamorosamente eliminato in semifinale di Champions dal Chelsea, poi vincitore del trofeo, al termine di un incredibile gara di ritorno.
Ma Lionel, che ora per questo fine 2012 ha raggiunto la sua Argentina per le feste e il meritato riposo dopo una stagione sempre al massimo, ha dichiarato di stare lavorando con i suoi compagni proprio per rifarsi della delusione della passata edizione e di voler raggiungere a tutti i costi la finale di Wembley per riprendersi la coppa. Il numero dieci, che non ha ancora digerito l’eliminazione di un anno fa, ha inoltre già avvertito il Milan, prossimo avversario dei blaugrana agli ottavi, e ha sottolineato ancora una volta che alla fine conta solo l’esito e l’importanza del collettivo, considerando i suoi gol meno importanti se alla fine non portano a dei titoli. Ma di sicuro Messi e compagni avranno modo di rifarsi in questo 2013, che inizieranno con una Liga praticamente in tasca, con 16 punti di vantaggio sui rivali del Real.
A confermare la grandezza del talento argentino, che quest’anno più che mai ha fatto stropicciare gli occhi a tutti gli appassionati e addetti ai lavori, la voce (non confermata) di un offerta monstre arrivata da una squadra russa (verosimilmente l’Anzhi di Eto’o) pari a 30 milioni all’anno per tre stagioni al giocatore e 250 milioni subito nelle casse del Barca. Proposta, vera o no, gentilmente e prontamente declinata da Messi, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2018 con il club catalano, al quale ha giurato amore eterno e tra le cui fila vuole chiudere la carriera, legato anche al ricordo di quello che questa società ha fatto per lui quando era un ragazzino e lo ha aiutato a risolvere un serio problema di malformazione, che avrebbe potuto privarci delle meraviglie di questo fenomeno. Anche se a molti non dispiacerebbe togliersi la curiosità di vederlo all’opera anche con un’altra maglia. Lionel Messi, inimitabile, unico, eterno, ma anche papà, sì perché questo suo magico 2012 gli ha regalato anche la gioia più grande di tutte, ovvero la nascita del piccolo Thiago, al cui confronto anche i record, Palloni d’oro e Champions sono poca roba.