OBAMA SCALDA LE BORSE ASIATICHE: FISCAL CLIFF OK
SPOSITO E BONOMI VERSO PIRELLI. SEA VERSO L’IPO
L’Asia accoglie l’arrivo del presidente Obama, oggi in Myanmar, con un robusto rialzo dei mercati.
Tokyo +1,65% vola, Hong Kong mette a segno un incremento dello 0,7%. Il resto del continente segue con la seduta più tonica da due mesi a questa parte. I futures sulla Borsa Usa segnano +0,5%.
Un comportamento in linea con quello di Wall Street nel finale di settimana, con il ritorno del Toro dopo una seduta depressa : Dow Jones + 0,37, S&P +0,48% e Nasdaq +0,57%.
La settimana si era chiusa, invece, con l’ennesimo ribasso delle Borse europee. A Milano l’indice FtseMib -2% ha registrato la nona seduta di ribasso delle ultime 11 giornate di Borsa. La performance della settimana è un calo del 2,2% che porta il bilancio da inizio anno a -1,5%. Le Borse di Londra e Parigi sono scese dell’1,2%, Francoforte -1,3%. I mercati hanno chiuso i battenti troppo presto per registrare le novità positive.
La spiegazione del rally è l’improvvisa schiarita sul fronte del fiscal cliff. Ieri sera, al suo arrivo a Bangkok il presidente Usa ha dichiarato: “Sono fiducioso che potremo presto definire un accordo”, confermando così le indicazioni positive che avevano scatenato venerdì sera il rialzo a Wall Street. Al termine dell’incontro lo speaker del Congresso John Boehne si era detto disponibile alla prospettiva di un aumento delle tasse, purché accompagnato in parallelo da altrettanti tagli di spesa.
ASIA
Primi effetti dell’ascesa al potere di Xi Jingping a Pechino: i bond cinesi a lungo termine salgono ai massimi da quattro mei a questa parte. “Gli operatori – si legge in un report di Barclays – sono convinti che la stagione degli stimoli all’economia sia finita. Xi e Li Kequiang sono decisi a sopportare una crescita meno rapida ma più equilibrata. Di qui la preferenza per la parte lunga della curva”.
Un segnale in questa direzione arriva dal presidente, uscente, della Banca centrale Zhou Xiaochuan: “Credo che ci stiamo avvicinando alla piena convertibilità dello yuan – ha detto sabato sera –. Dobbiamo muoverci nella direzione della deregulation dei mercati”.
Ci sono molti modi per segnalare l’esuberanza dell’economia asiatica. Tra questi il business plan della Karex Industries della Malaysia, leader mondiale della produzione di lattice per preservativi, che ha annunciato la volontà di entrare in Borsa attraverso un aumento di capitale destinato a raddoppiare la produzione entro un anno. “La domanda asiatica è in continua crescita”, spiega Goh Miah Kiat, il presidente che guida la società, da oltre un secolo attiva nelle piantagioni di gomma.
AMERICA
Cala di 123 miliardi a quota 1.156 miliardi di dollari il magazzino di titoli di Stato Usa in mano alla Cina. Ma il Tesoro di Washington, che ha rivelato i dati venerdì sera, non si lamenta. Nel corso dell’ultimo anno è cresciuto il magazzino di altri clienti del debito Usa: Brasile, Belgio, Lussemburgo, Russia, Svizzera, Taiwan ed Hong Kong. In tutto sono stati collocati 264,8 miliardi di dollari .
Oggi el attenzioni di Wal Street saranno concentrate sui dati del mercato immobiliare, a partire dall’indice delle nuove costruzioni. Il mercato si attende una conferma dei miglioramenti del settore che hanno spinto Jim O’Neill di Goldman Sachs a prevedere una piena ripresa per il 2013, fiscal cliff permettendo.
Ancor più rilevante, almeno in chiave psicologica, l’avvio della campagna natalizia che scatterà, come da consuetudine, il Giorno del Ringraziamento.
Chi ha poco da festeggiare, in queste settimane, sono gli investitori che hanno puntato su Apple a metà settembre sull’onda del clamore per il lancio di iPhone 5. Da allora il titolo della Mela ha lasciato sul terreno il 26 per cento, da 700 a 527 dollari. Di qui i consigli che piovono un po’ da tutta Wall Street: un nuovo buy back (ma ci sono in cassa 10 miliardi di dollari già stanziati a questo scopo finora non utilizzati) oppure uno split del titolo (meno probabile dopo il calo delle quotazioni). Il pressing più insistente, però, riguarda il possibile aumento del dividendo, ora di 10,60 dollari per azione.
EUROPA
Il direttore generale del Fmi Christine Lagarde ha rinunciato al summit sul Sud Est asiatico in Cambogia per non mancare il vertice dell’Eurogruppo a Bruxelles, che domani cercherà un accordo sugli aiuti alla Grecia. L’obiettivo? “Concordare con i creditori della Grecia – ha detto alla partenza – un piano credibile che non sia basato su previsioni irrealistiche ” ad uso dell’elettorato dei vari Paesi (vedi opinione pubblica tedesca) . Insomma, un piano credibile invece dell’ennesima soluzione ponta ad uso elettorale interno. Dalla riunione di domani il Fondo Monetario attende insomma che l’Europa metta finalmente tutte le carte in tavola sugli aiuti ad Atene.
Grande attenzione perciò per il discorso che stamane terrà Jens Weidmann, il falco che presiede la Bundesbank.
Intanto, a conferma delle difficoltà, arriva la notizia che la Commissione sta predisponendo un doppio budget: con o senza il contributo della Gran Bretagna. Giovedì si terrà il vertice sul bilancio della Comunità.
Sul fronte delle emissioni obbligazionarie la settimana si presenta tranquilla: gli appuntamenti principali riguardano la Germania e la Spagna. Berlino offrirà 4 miliardi di decennali e 1 miliardo di titoli a sei anni legati all’inflazione Ue.
Madrid emetterà titoli a breve, a 12 e a 18 mesi per un imporro che non dovrebbe superare i 5 miliardi (contro i 9 di ottobre).
ITALIA
Decolla stamane, tra non poche turbolenze, il road show per la quotazione di Sea. Le azioni della socetà che gestisce gli aeroporti milanesi saranno offerte a un prezzo compreso tra 3,2 e 4,3 euro per un valore compreso “tra 800 milioni e un massimo di 1.075 milioni di euro”. In realtà, le banche del consorzio (Mediobanca, Intesa, Morgan Stanley, Unicredit, Paribas e Deutsche Bank) avrebbero insistito per una stima più vicina a quota 800 milioni mentre Vito Gamberale, con il fondo F2i azionista al 29,7%, aveva comprato su una valutazione di ben 1,3 miliardi. Si vedrà, alla fine dl road show, quale sarà il prezzo dell’Ipo. Il prospetto per lo sbarco a Piazza Affari mette in luce i pro e i contro della società. Non solo i “classici” rischi connessi alle attività (mancato sviluppo delle infrastrutture di collegamento, aumento del costo delle materie prime, concorrenza e imprevedibilità normativa), ma anche i ricorsi, le indagini della Commissione europea fino all’indebitamento che grava sui conti in questo momento
Riflettori accesi su Telecom Italia -4,6% venerdì sull’onda delle indiscrezioni, poi smentite sullo stop al progetto di scorporo della rete e successiva vendita di una quota alla Cassa depositi e prestiti.
Il gruppo, però, ha voluto precisare che “sono tuttora in corso da parte del management e degli advisor, le analisi e gli approfondimenti i cui risultati saranno presentati al consiglio di amministrazione il prossimo 6 dicembre”, lo stesso in cui verrà dibattuta l’offerta presentata da Naguib Sawiris.
Grande attenzione anche per la galassia Pirelli- Camfin. Nel week end sono proseguite ad oltranza le trattative tra i legali di Tronchetti e i rappresentanti di Clessidra ed Investindustrial, i due private che sembrano destinati ad affiancare il presidente di Pirelli nella delicata operazione di sganciamento dai Malacalza.
Possibili schiarite per le banche, dopo il ribasso di venerdì, condizionato dalle incertezze sul fiscal cliff: Unicredit è caduta del 3,2%, Intesa-3,1%, MontePaschi -2,6%. Mediobanca ha perso il 3,6%. Pop. Milano ha subito una caduta del 5,2%. Interessante verificare stamane le possibili ricadute della puntata di Report dedicata alla gestione Ponzellini.
StM è finita in calo del 2%: secondo indiscrezioni, il cda avrebbe bocciato il piano di separazione della società in due entità, una dedicata ai chip per applicazioni digitali e l’altra per applicazioni analogiche. La Borsa da tempo scommetteva su questa operazione.
Altri dati rilevanti di venerdì. A zavorrare Piazza Affari hanno contribuito anche i ribassi di Eni -1,6% ed Enel -2,2%. Pesante ribasso di Erg -4,5%. Trevi ha perso il 9,9%,
Tra gli industriali, Finmeccanica ha perso il 2,5% nonostante Morgan Stanley abbia alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 4 euro da 3,5.
Fiat è scesa dell’1%. Exor ha perso il 3,9% dopo che Goldman Sachs è intervenuta sulla holding controllata dalla famiglia Agnelli abbassando il giudizio a neutral da buy.
Fra le mid cap, Maire Tecnimont è crollata in ribasso del 22% a 0,343 euro. Ieri il management ha annunciato un prossimo aumento di capitale senza dare alcun dettaglio sull’importo.