Quando due mondi lontani come quello della politica e quello della finanza si incontrano per conoscersi e dialogare non si può che apprezzare. Ben vengano perciò iniziative come quella promossa dal fondatore del fondi Algebris, Davide Serra, che l’altra sera a Milano ha organizzato un incontro tra Matteo Renzi e la comunità finanziaria allo scopo di raccogliere risorse per il sindaco di Firenze e sfidante di Pierluigi Bersani nelle primarie della sinistra. Sono arrivati in 150 tra banchieri, imprenditori, manager, operatori finanziari: fee tra 500 e 5.000 euro per ascoltare i due rottamatori consumando un piatto di risotto e qualche tartina.
Come sempre, però, il diavolo si nasconde nei dettagli e se uno vuole fare il rottamatore (della politica come della finanza) deve non solo essere credibile ma anche venire percepito come tale. E’ quanto ha fatto notare Stefano Agnoli, con un corsivo molto arguto sul Corriere della Sera di oggi, quando ha ricordato due aspetti a dir poco imbarazzanti, sia per Serra che soprattutto per Renzi.
Il primo punto riguarda il fatto che la Algebris Investments (Cayman) Ltd sia stata a suo tempo costituita nelle Cayman Islands “riconosciuto e intoccabile paradiso fiscale e luogo che non spicca per trasparenza“. Commenta Agnoli: “Tutto legale e nelle regole, se si trattasse solo di un hedge fund, ma in questo caso si tratta di politica”, visto che si tratta di sapere dove si pagano le tasse.
Il secondo punto riguarda invece i redditi di Serra, considerando che “dalla holding delle Cayman sono stati versati nel 2011 alla società londinese di Serra (dati di bilancio) 6,94 milioni di sterline di commissioni (9,68 nel 2010)” “Non male – conclude Agnoli – per chi si scagliava contro gli stipendi dei manager e ora fa il tifo per Renzi”, di cui sarebbe interessante conoscere il giudizio. Nella City si ricorda anche che Serra era positivo su Lehman fino alla vigilia del clamoroso fallimento della big bank in quel fatale 15 settembre 2008. Serra si rifece però vendendo a prezzo d’oro uno stock di azioni Abn Amro a Royal Bank of Scotland il cui presidente e ceo, Fred Goodwin fu cacciato con ignominia e – caso unico nel Regno Unito – privato del titolo di knighthood conferitogli dalla Regina.