“L’8 marzo? Festeggiamolo a casa di una Cesarina, è la scelta migliore”. Parola di Egeria Di Nallo, presidente dell’associazione Home Food per la tutela e la valorizzazione del patrimonio gastronomico italiano. Home Food è un’idea semplice e squisita perché ha messo online circa 500 persone disponibili a preparare e servire a casa loro, un paio di volte al mese, i piatti delle tradizione locale a chi si prenota e diventa socio. Unico vincolo il numero degli avventori, in base alle sedie disponibili in casa e alla grandezza del tavolo. Le Cesarine, ribattezzate così perché il nome è antico e sa di cucina, sono donne del popolo o castellane, ma tutte hanno una cosa in comune: fanno da mangiare benissimo. E in questo periodo le prenotazioni fioccano più numerose del solito, forse anche in vista della giornata internazionale della donna?
“Forse, noi rappresentiamo bene questa data – osserva Di Nallo – perché siamo glocal, cioè locali e globali al tempo stesso come il nostro cibo; siamo uguali e diverse, come vuole la pubblicistica femminista, perché uniamo tradizione e innovazione, un mestiere antico come il far da mangiare e uno strumento moderno come internet; infine siamo libere, perché stiamo a casa nostra, ma anche emancipate, perché guadagniamo qualcosa. Cosa si può desiderare di più?“. Il tono è scherzoso, ma in quello che dice l’ideatrice di questo progetto c’è del vero. Il successo della proposta d’altra parte dimostra la sua bontà: in dieci anni circa le Cesarine in Italia si sono moltiplicate, passando da 20, per lo più concentrate attorno a Bologna, a 500, sparse in tutte le regioni; sono diventate più giovani, perché l’età media è scesa dai 60 anni ai 50 anni; e attraenti, infatti sono entrate nel mirino di alcuni fondi di investimento e fra qualche tempo andranno spose al sito israeliano “Eatwith”, che svolge online un servizio di prenotazioni a livello internazionale.
“L’unione con Eatwith non ci snaturerà – assicura Di Nallo – ci offrirà solo una ribalta più ampia. Quello che ci contraddistingue da altre iniziative analoghe in giro per il mondo è il fatto che noi siamo molto rigorose nella proposta e questo non cambierà. Le Cesarine non sono solo disponibili, sono anche brave e i loro piatti sono tipici del territorio dove abitano. Per entrare nel gruppo superano una serie di ‘esami’ e una volta ottenuto il via libera si attengono al menù che l’associazione sceglie, fra quelli da loro proposti. Il nostro obiettivo è preservare la bontà e la genuinità della cucina italiana, fare sì che la tradizione si perpetui. I nostri clienti, o meglio i nostri ‘soci’, perché tali diventano quando mangiano da una Cesarina, vengono informati su tutto quello che gustano. Diamo loro una brochure con i dettagli dei piatti proposti e spieghiamo da dove viene una ricetta piuttosto che un’altra. Il fatto che il menù sia sempre uguale consente anche alla Cesarina di specializzarsi, di conoscere e far conoscere sempre meglio quello che fa”.
Il costo di un pranzetto preparato a casa con tutti i crismi è, per il socio cliente, di 50 euro. Di questi, 30 euro vanno alla Cesarina come rimborso spese, mentre 20 euro sono per l’associazione. “Home Food non trattiene nulla per sé – precisa la presidente – tutto viene reinvestito nel sito o serve a coprire le spese vive, la sede, i dipendenti, le pubblicazioni. A breve dovremo anche versare una percentuale a Eatwith, ma il passo era indispensabile perché ormai la domanda è soprattutto straniera”.
Il calo interno dei consumi infatti ha colpito anche questo settore, mentre il sito è preso d’assalto da sempre nuove Cesarine pronte a mettersi in gioco. Di questi tempi d’altra parte tutto fa brodo e ognuno arrotonda i guadagni come può. “La nostra però non è una strada semplice – ribadisce Di Nallo – perché vogliamo tenere il livello molto alto, quindi il ritorno per la nostre ‘cuoche’ è magro, difficilmente copre le ore di lavoro svolto. Ma la cucina è così, chiede tempo, passione e amore e questi sono i nostri principali ingredienti”. E il fondo d’investimento di cui si parlava? “Quella è ancora una notizia top secret, siamo in trattativa e speriamo di concludere entro l’anno, perché potrebbe finanziarie un’ulteriore espansione del progetto”.
Da qualche anno infine sono entrati nel gruppo anche i maschi: “Abbiamo qualche Cesarino e in genere sono più giovani delle donne, in media hanno 40 anni. La nostra mascotte è un ragazzo di 14 anni”. Gli adolescenti sognano di fare i cuochi? “Certo e da noi c’è posto, se qualcuno vuole provare. Facciamo corsi di cucina in varie città e alla nostra scuola si imparano segreti e prelibatezze rare”.
Allegati: Le Cesarine – Home Food