E’ oggi, lunedì 23 luglio, l’ultimo giorno utile per l’invio del 730 precompilato via Web o per il suo inoltro tramite Caf e intermediari. E con la scadenza si fanno i primi conti anche sul tema dei rimborsi, da parte dei sostituti d’imposta, nel caso le modifiche apportate al modello precompilato comportino crediti d’imposta superiori a 4.000 euro. In genere, i rimborsi arrivano in automatico sullo stipendio o la pensione del mese di agosto ma questa volta il rischio di una stretta da parte del Fisco potrebbe congelare i rimborsi attesi dai contribuenti anche nei casi in cui lo scostamento – rispetto alla precompilata – sia particolarmente vistoso.
ULTIMO GIORNO PER L’INVIO DEL 730
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Secondo i dati della Consulta dei Caf, riportati dal Sole 24 Ore, venerdì scorso erano già 2,7 milioni i contribuenti che avevano optato per la precompilata fai-da-te su 20 milioni di dichiarazioni. Si tratta di 300 mila modelli in più dello scorso anno.
E per i ritardatari? Da martedì chi dovrà ancora presentare la dichiarazione dovrà ricorrere al modello Redditi che scade il 31 ottobre. In questo caso però si rinuncia al rimborso automatico tramite il sostituto d’impota – datore di lavoro o ente previdenziale – e si deve richiedere l’eventuale somma di tasse in eccesso all’Agenzia delle Entrate.
Infine le rettifiche: chi vorrà correggere una dichiarazione già inviata avrà tempo fino al 25 ottobre per inviare al fisco il 730 rettificativo o integrativo, possibile quando l’integrazione comporta un maggior credito per il contribuente o un minor debito o anche quando lascia l’imposta finale invariata.
RIMBORSI A RISCHIO SE LO SCOSTAMENTO E’ ALTO
E’ proprio in caso di rimborsi attesi che quest’anno il fisco, a caccia di risparmi per finanziare la Flat Tax, potrebbe diventare più avaro. Infatti, se il modello 730 presenta un credito d’imposta superiore a 4 mila euro o introduce modifiche che comportano un forte scostamento rispetto al 730 precompilato, può scattare il rimborsa a cura dell’Agenzia delle Entrate – con tempi perciò più lunghi – e non più del sostituto d’imposta. Infatti è la necessità del Fisco di fare i controlli a determinare il rischio di un blocco del rimborso che abitualmente, è atteso dai contribuenti nel mese di agosto. Lo slittamento potrebbe essere di sei mesi, nel caso avvenga via vaglia, oppure potrebbe anche avvenire direttamente sul conto corrente bancario o postale qualora l’importo risulti più elevato.
Sono due i casi che potrebbero fare scattare il controllo preventivo sui rimborsi da parte dell’amministrazione:
- se la dichiarazione risulta poco coerente rispetto ai criteri individuati dal provvedimento 127084 del 25 giugno 2018
- rimborso richiesto superiore a 4 mila euro (articolo 5, comma 3-bis del decreto legislativo 175/2014).
Per facilitare la compilazione delle dichiarazioni e, quindi, anche aiutare ad evitare di incappare nel blocco dei rimborsi dovuto ad errori, è stata introdotta quest’anno la compilazione assistita per il contribuente che vuole modificare la propria dichiarazione precompilata. Per chi ha scelto la compilazione assistita infatti solo i dati aggiunti, modificati o integrati possono in futuro essere controllati dall’agenzia delle Entrate.