Milioni di italiani sono alle prese con il 730 precompilato, che dovrà essere trasmesso all’Agenzia delle Entrate con o senza modifiche fra il 2 maggio e il 7 luglio (ma il termine potrebbe slittare a lunedì 25 luglio). Dopo aver inviato il modello – da soli o tramite intermediario -, i contribuenti incasseranno gli eventuali rimborsi Irpef, che saranno versati direttamente in busta paga a partire da luglio o nell’assegno della pensione da agosto o da settembre. Ma attenzione: in alcuni casi i tempi si allungheranno.
Dal 2016, infatti, i 730 inviati con modifiche potranno essere soggetti a controlli preventivi e i successivi rimborsi saranno a cura dell’Agenzia delle Entrate anziché del sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente previdenziale). La procedura, che comporta il blocco dei rimborsi e nel migliore dei casi il semplice rinvio dell’accredito, scatterà in due circostanze:
1) se l’importo del rimborso risulterà superiore a 4mila euro;
2) se, a prescindere dall’ammontare del rimborso, il Fisco troverà delle incoerenze nelle modifiche apportate al 730 precompilato.
Il primo punto è chiaro. Il secondo, invece, richiede una spiegazione: come farà l’Agenzia delle Entrate a stabilire quali dichiarazioni sono coerenti e quali no? Il provvedimento con la descrizione nel dettaglio dei vari criteri non è ancora stato emanato, ma nella circolare n. 12/E/2016 il Fisco assicurava che “gli elementi di incoerenza saranno determinati sulla base di alcuni indicatori collegati, ad esempio, alla tipologia e all’entità delle integrazioni effettuate dal contribuente o al maggior rimborso determinato rispetto alla dichiarazione proposta”. Insomma, controllo preventivo e blocco del rimborso scatteranno qualora le modifiche al 730 precompilato appaiano eccessive o sospette agli occhi dell’amministrazione finanziaria.
Quanto alla tempistica, i controlli saranno effettuati “entro quattro mesi dal termine previsto per la trasmissione” della dichiarazione (il 7 novembre, con le regole attuali) oppure dalla data d’invio in caso di ritardo rispetto alla scadenza.
Se al termine della procedura risulterà che il contribuente avrà davvero diritto a un rimborso, questo sarà erogato dall’Agenzia delle Entrate “entro il sesto mese successivo al termine previsto per la trasmissione della dichiarazione (cioè il 7 gennaio 2017, sempre che non arrivi una proroga, ndr) oppure dalla data della trasmissione, se questa è successiva a detto termine”.
L’Agenzia delle Entrate chiarisce inoltre che i controlli preventivi potranno scattare anche sui 730 precompilati trasmessi da Caf o professionisti abilitati.
C’è però una precisazione importante di cui tenere conto: se si esprime la volontà di utilizzare il credito Irpef che risulta dal 730 in compensazione con altri tributi (ad esempio con l’Imu), l’importo della compensazione si sottrae al credito, che potrebbe quindi scendere sotto la soglia dei 4mila euro ed evitare al contribuente sia il controllo sia il ritardo del rimborso. Per richiedere una compensazione tra imposte è necessario compilare il quadro I del 730 e presentare un modello F24.
Infine, i controlli preventivi e il blocco dei rimborsi non riguarderanno in alcun caso i 730 precompilati trasmessi senza modifiche. I contribuenti che accetteranno la dichiarazione proposta loro dal Fisco non saranno sottoposti a controlli formali sui dati relativi agli oneri detraibili o deducibili e riceveranno in estate il rimborso Irpef direttamente dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale.