Il 2014 si preannuncia pieno di belle sfide per il golf, non fosse altro perché è anno di Ryder Cup, il confronto Europa-Usa che si gioca ogni 24 mesi e che accende il massimo dell’agonismo nel cuore dei giocatori e dei tifosi. Quest’anno per gli italiani potrebbe essere ancora più avvincente, perché ci sono buone speranze che a disputare la gara ci siano due azzurri, Francesco Molinari, già esperto e vincitore di Ryder e Matteo Manassero, al suo auspicabile debutto. Purtroppo non si può dare nulla per scontato, perché i campioni nostrani dovranno conquistare sul campo il posto in squadra, ma i risultati 2013 fanno ben sperare.
Il ventenne Manassero nel maggio scorso ha vinto il Pga Championship a Wentworth, il titolo europeo più prestigioso dopo Il British Open e ora si sta impegnando a migliorare ancora le sue performance. Molinari, che non ha vinto nemmeno una gara nel 2013, ha conquistato però ottimi piazzamenti e oggi è 38esimo nel Ranking mondiale, davanti a Matteo, 43esimo.
Teatro dell’evento sarà il Monarch’s Course di Gleneagles, in Scozia, percorso disegnato da Jack Nicklaus nel ’93 e recentemente rivisitato. Le squadre sono ancora da definire, ma i capitani Tom Watson (Usa) e Paul McGinley (Europa) sono già al lavoro da tempo. Primo banco di prova per i candidati è il Volvo Golf Champions dal 9 al 12 gennaio al Durban Golf Club, vi partecipano solo i vincitori dei tornei della stagione precedente, come Matteo Manassero, e i vincitori di almeno 10 titoli nella loro carriera.
Se la Ryder rappresenterà dunque, a fine settembre, il momento clou dello spettacolo golfistico, le puntate intermedie di questa lunga soap opera saranno tutte da seguire grazie a un numero di protagonisti con la stoffa delle star. Dopo anni di dominio incontrastato da parte di Tiger Woods infatti il “campionato” ha parecchi attori affamati di vittorie: lo svedese Henrik Stenson, fresco vincitore della Race to Dubai e della FedExCup 2013, il nordirlandese Rory McIlory, ex numero uno del mondo, tornato sul podio a fine novembre in Australia, davanti ad Adam Scott; l’australiano, che è a sua volta, un temibile pretendente al trono del ranking soprattutto dopo la vittoria al Masters 2013, un successo che ha cancellato dalla sua mente i brutti ricordi del British 2012, conferendogli quella sicurezza e quella cattiveria che ancora gli mancavano.
In questo piccolo gruppo di privilegiati svetta anche Phil Mickelson, il californiano 43enne vincitore di 5 major in carriera, fra cui l’Open Championship 2013. Lefty vuole completare il Grande Slam e c’è da scommettere che, anche quest’anno, cercherà di dare l’assalto allo Us Open, unico major che ancora gli manca.
Una delle prime occasioni per vedere quasi tutti i “ragazzi” insieme al lavoro sarà il Desert Classic, di Dubai, (30 gennaio-2 febbraio) dove Tiger, Stenson e McIlory offriranno finalmente un nuovo confronto diretto. Si può dire che la stagione ufficialmente inizi proprio negli Emirates, anche se il calendario golfistico di entrambi i circuiti è già cominciato da circa un mese. Quasi tutti sono già scesi in campo per cominciare a racimolare un po’ di punti per la Race to Dubai e la FedExCup, ma la stagione non comincia davvero se non c’è Tiger. Woods invece in questi mesi si è concesso solo un paio di apparizioni e senza valore per le classifiche (ranking a parte): una in Turchia, dove, per un lauto ingaggio, ha sparato una pallina dall’Europa all’Asia sul ponte del Bosforo (e si è classificato terzo al torneo), l’altra in California, per la gara sponsorizzata da lui stesso a fini benefici, dove è arrivato secondo dietro Zach Johnson. Il fatto è che Tiger centellina le sue partecipazioni, ma ogni volta riesce a infliggere la sua zampata. E’ questo che ne fa il numero uno.
La Pga Usa ha chiuso ieri (in occasione, fra l’altro, del 38esimo compleanno di Woods) la propria classifica con le previsioni 2014 e ancora una volta Tiger è il primo dei primi trenta giocatori del mondo. E’ vero che, nel 2013, gli è mancato l’agognato major, ma il rendimento agli eventi cui ha partecipato è unico: 16 partenze, 5 vittorie, 8 top 10, tra cui due in major. Un rendimento che gli è valso di nuovo lo scettro di numero uno. Tiger, in pratica, fa solo le gare più importanti, quelle dove ci sono i migliori e dove vincere è più difficile, eppure lui, il più delle volte, ci riesce. Il numero dei tornei giocati da tutti gli altri giocatori e dei potenziali punti accumulati è assolutamente più alto, eppure in vetta resta Tiger. Come si fa a non scommettere ancora una volta su di lui? Il campionissimo, sul suo sito, manifesta un certo ottimismo anche per quanto riguarda i major 2014, che sono il suo ultimo tallone d’Achille, visto che 5 anni è fermo a quota 14 mentre vuole battere il record di 18 vittorie di Nicklaus. “Sono davvero entusiasta per i campionati del prossimo anno – scrive Tiger – ho vinto in tre delle quattro sedi: Augusta National, Valhalla Golf Club e Royal Liverpool e su Pinehurst N. 2, dove si disputerà lo US Open, sono finito terzo e secondo. Ma ho ancora bisogno di praticare, di macinare golf e preparare il mio gioco. I major si incontrano quattro volte l’anno e spero che qualcosa accadrà” . Insomma se il fisico regge, la mente è pronta.