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2012, un anno di sport: dal calcio alle Olimpiadi, passando per la sfida di F1 tra Alonso e Vettel

Si chiude un anno intenso sul fronte sportivo: dagli Europei di calcio vinti dalla Spagna alle Olimpiadi di Londra 2012, con le 28 medaglie azzurre (7 dalla scherma), il flop della Pellegrini e la vergogna di Schwazer; dalla rinascita di Roger Federer allo storico exploit di Sebastian Vettel, che a soli 25 anni vince il suo terzo Mondiale piloti in Formula1.

2012, un anno di sport: dal calcio alle Olimpiadi, passando per la sfida di F1 tra Alonso e Vettel

CALCIO

Top – I grandi protagonisti dell’anno solare rimarranno la Juventus campione d’Italia e il Chelsea campione d’Europa. I bianconeri vivono 12 mesi fantastici, in cui vincono scudetto e Supercoppa italiana e sono ancora in testa alla serie A in questa stagione: lasciano solo la Coppa Italia al Napoli a maggio e in campionato non perdono una partita fino a novembre, quando cedono all’Inter in casa e poi al Milan. La squadra di Conte esprime un grande gioco e ha finalmente ritrovato il suo pedigree vincente. L’obiettivo del 2013 è vincere la Champions, che quest’anno è stata rocambolescamente vinta dal Chelsea grazie al campionissimo Didier Drogba e al lavoro di un tecnico italiano, Roberto Di Matteo. Da ricordare l’eroica impresa del Camp Nou (da 2-0 a 2-2 in 10 contro 11) e la pazzesca finale a Monaco contro il Bayern, risolta dai colpi dell’ivoriano. Meritano menzione anche l’Atletico Madrid vincitore di Europa League e Supercoppa Europea e il Corinthians campione del mondo, mentre fra i giocatori oltre al solito Lionel Messi (record di 91 gol nell’anno solare per lui) vanno citati gli emergenti Radamel Falcao, protagonista proprio con l’Atletico, e Edinson Cavani del Napoli, miglior marcatore dell’anno solare italiano con 45 gol. In ambito nazionali, gli Europei di Polonia e Ucraina hanno visto l’ennesimo trionfo della Spagna già campione d’Europa e del mondo, che in finale surclassa l’Italia con un netto 4-0.

Flop – Se il top è la Juve, il flop è l’anti-Juve: che sia il Milan, l’Inter, o il Napoli, nessuna squadra è stata all’altezza dei bianconeri sia dal punto di vista del gioco sia da quello dei risultati. Merito di Antonio Conte e dei suoi ragazzi, vero, ma anche demerito delle altre, come del resto emerge in campo europeo, dove tutte stentano (a tratti, a dire il vero, anche la Juventus). E se in quella fantomatica “anti-Juve” che non riesce neanche a fare il solletico alla capolista fosse celata la pochezza del calcio italiano, sempre più lontano dai canoni tecnici e soprattutto economici di altre realtà nel resto d’Europa? Può darsi, e di certo la nostra immagine non ne uscirà migliorata dopo la vicenda del calcioscommesse, già buia di per sé e resa ancora più cupa da come è stata gestita: filoni d’inchiesta sparpagliati e con tempistiche diverse, giustizia sportiva confusionaria, presunte “bombe” preannunciate dalle confessioni dello “zingaro” Gegic (qualcuno ne ha più saputo nulla?) o dallo stesso Capo della Polizia Massimo Manganelli, e tante perplessità. Risultato floppissimo: una prima lenzuolata di penalizzazioni e squalifiche arriva correttamente entro l’estate, per altre (vedi Napoli) bisogna attendere di essere metà campionato, mentre le posizioni più delicate nelle prime fasi (vedi arresto di Mauri e blitz nel ritiro azzurro per Criscito alla vigilia degli Europei) sono quelle di cui non si sa più nulla. Coup de theatre iniziali? Insabbiature successive? Giustizia a orologeria? Che il 2013 ci restituisca un calcio sano ed equo: sia nel praticarlo, sia nel giudicarlo.

TENNIS

Top – Se ne faccia una ragione il pur straordinario Novak Djokovic, che alla fine chiude il 2012 esattamente come il 2011, da primo in classifica e con un altro Grande Slam vinto (Australia), ma questo è indiscutibilmente l’anno del grande riscatto di Roger Federer: l’intramontabile campione svizzero, che sembrava sull’inesorabile viale del tramonto dopo aver chiuso il 2011 senza alcuno Slam vinto, vince a luglio il suo settimo Wimbledon e il suo 17esimo Slam (record assoluto). Non solo: in seguito a questo trionfo, torna numero 1 Atp per diversi mesi, superando l’unico record che gli mancava, quello delle settimane in testa alla classifica. Il primato di Sampras (286 settimane) viene polverizzato e Roger sfonda il muro delle 300, raggiungendo le 302. Sempre sull’erba di Londra, vince anche l’argento olimpico, perdendo in finale da Andy Murray, che è l’altro top di stagione. Lo scozzese si libera del complesso dell’eterno secondo e dopo la finale di Wimbledon persa proprio da Federer, si aggiudica la rivincita olimpica e a settembre vince il suo primo Slam trionfando all’Us Open.

Flop – Difficilissimo trovare un flop, soprattutto nell’anno in cui i cosiddetti Fab Four si sono spartiti equamente la posta in palio, vincendo uno Slam a testa. Se proprio dobbiamo sceglierne uno, visto che Djokovic alla fine è numero 1, Federer risorge alla grande e Murray fa l’atteso salto di qualità, tocca proprio allo spagnolo Rafael Nadal il premio del peggiore, con l’attenuante tuttavia dell’infortunio al ginocchio che lo ha fermato per tutta la seconda parte della stagione. Ma già prima del problema patito nel torneo di Wimbledon, e forse anche per quello, non si era visto il miglior Nadal: vince il suo settimo Roland Garros ed entra nella storia, ma perde anche una finale già vinta a Melbourne contro Djokovic e non è mai brillante e convincente come nel passato.

FORMULA 1

Top – Poco da dire: macchina migliore o meno, da tre anni a questa parte, e cioè da quando esiste il duello tra la Ferrari di Fernando Alonso e la Red Bull di Sebastian Vettel, l’ha spuntata sempre e soltanto il giovane tedesco, il più giovane della storia della F1 a vincere tre Mondiali piloti. Con buona pace dunque di Domenicali e Montezemolo, e dello stesso pilota spagnolo che in un tweet si è di fatto autoproclamato il miglior pilota della stagione: a loro, pur riconoscendone l’enorme lavoro, ricordiamo che dopo Monza Alonso aveva 39 punti di vantaggio e da quel momento, incidenti a parte, è stato comunque sempre inferiore alla Red Bull. Giudizio impietoso? No, obiettivo: ha vinto Vettel senza rubare nulla, con una macchina più veloce ma anche più inaffidabile, perché se i ferraristi maledicono Grosjean, il tedesco ha subito anche lui più di un ritiro per colpa di quella famosa macchina “che se la guidava Alonso vinceva il Mondiale a mani basse”.

Flop – La Ferrari, per i motivi di cui sopra, ma solo per la parte finale della stagione. I primi mesi infatti sono eccezionali, la squadra lavora per Alonso e nonostante il gap iniziale lo spagnolo fa il massimo e va in testa al Mondiale. Da quel momento in poi però la Red Bull lavora meglio, il Cavallino pensa forse troppo a gestire il vantaggio e compie anche una caduta di stile dopo l’ultimo Gran Premio in Brasile, puntando a far squalificare Vettel per una scorrettezza inesistente per farsi attribuire il titolo a tavolino. La gloriosa tradizione di Maranello imporrebbe maggior fair play.

OLIMPIADI

Top – Il 2012 è stato chiaramente l’anno, oltre che degli Europei di calcio, anche delle Olimpiadi di Londra. La spedizione azzurra chiude con un buon ottavo posto nel medagliere: 28 i podi, in linea con le aspettative o anche leggermente meglio (ma ci sono anche molti rimpianti, si potevano superare le 30). Eguagliata la spedizione di Pechino 2008, però in quell’occasione vincemmo un oro in meno (7 anziché 8). Tra i top vanno dunque tutti i 68 medagliati azzurri. ORO: Tiro con l’arco a squadre uomini (Michele Frangilli, Marco Galiazzo e Mauro Nespoli), Scherma fioretto individuale donne (Elisa Di Francisca), Canoa slalom K1 uomini (Daniele Molmenti), Scherma fioretto a squadre donne (Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Ilaria Salvatori, Valentina Vezzali), Tiro a volo fossa donne (Jessica Rossi), Scherma fioretto a squadre uomini (Valerio Aspromonte, Giorgio Avola, Andrea Baldini, Andrea Cassarà), Tiro a segno carabina 50 metri tre posizioni uomini (Niccolò Campriani), Taekwondo categoria +80 kg uomini (Carlo Molfetta). ARGENTO: Tiro a segno pistola 10 metri uomini (Luca Tesconi), Scherma fioretto individuale donne (Arianna Errigo), Scherma sciabola individuale uomini (Diego Occhiuzzi),  Tiro a segno carabina 10 metri uomini (Niccolò Campriani), Canottaggio due di coppia uomini (Romano Battisti, Alessio Sartori), Tiro a volo fossa uomini (Massimo Fabbrizi), Boxe pesi massimi uomini (Clemente Russo), Boxe pesi supermassimi uomini (Roberto Cammarelle), Pallanuoto uomini (Matteo Aicardi, Maurizio Felugo, Pietro Figlioli, Deni Fiorentini, Valentino Gallo, Massimo Giacoppo, Alex Giorgetti, Niccolò Gitto, Giacomo Pastorino, Amaurys Perez, Danijel Premus, Christian Presciutti, Stefano Tempesti, c.t. Sandro Campagna). BRONZO: Scherma fioretto individuale donne (Valentina Vezzali), Judo categoria 52 kg donne (Rosalba Forciniti), Scherma sciabola a squadre uomini (Aldo Montano, Diego Occhiuzzi, Luigi Samele, Luigi Tarantino), Ginnastica artistica anelli uomini (Matteo Morandi), Nuoto 10 km di fondo donne (Martina Grimaldi), Atletica salto triplo uomini (Fabrizio Donato), Taekwondo categoria -80 kg uomini (Mauro Sarmiento), Boxe pesi superleggeri uomini (Vincenzo Mangiacapre), Pallavolo uomini (Andrea Bari, Emanuele Birarelli, Dante Boninfante, Alessandro Fei, Andrea Giovi, Michal Lasko, Luigi Mastrangelo, Samuele Papi, Simone Parodi, Cristian Savani, Dragan Travica, Ivan Zaytsev, c.t. Mauro Berruto), Ciclismo mountain bike uomini (Marco Aurelio Fontana),  Ginnastica ritmica a squadre donne (Elisa Bianchi, Romina Laurito, Marta Pagnini, Elisa Santoni, Anzhelika Savrayuk, Andreea Stefanescu). Tra i momenti top dell’Olimpiade vanno poi senz’altro ricordate le imprese nell’atletica del giamaicano Usain Bolt, che realizza il doppio triplete (primo nella storia a farlo) bissando gli ori di Pechino 2008 nei 100, nei 200 e nella staffetta 4×100, e nel nuoto dello statunitense Michael Phelps, che raggiunge le 22 medaglie ai Giochi, di cui 18 d’oro: entrambi sono record assoluti.

Flop – I due grandi flop della spedizione azzurra, il primo sportivo, il secondo neanche, sono Federica Pellegrini e Alex Schwazer. La Super Fede nazionale, reduce da un ottimo 2011 da bicampionessa del mondo per la seconda volta, questa volta stecca, e con lei affonda tutta la spedizione del nuoto, che chiude con zero medaglie in piscina e il solo bronzo di Martina Grimaldi nella 10 km di fondo. La Pellegrini tradisce le attese sia nei 200 sia nei 400 stile libero, anche se a ben vedere i risultati non sono altro che la normale conseguenza di un’Olimpiade preparata male e di un 2012 già poco brillante nella fase pre-olimpica. La campionessa veneta ha deciso di avere bisogno di un anno semi-sabbatico, diciamo “soft”, per ritrovare le motivazioni e presentarsi nuovamente competitiva a Rio 2016. Chi invece a Rio sicuramente non ci andrà è il marciatore Alex Schwazer, già medaglia d’oro nel 2008 a Pechino nella 50 km, pizzicato con le mani nella marmellata a fare uso di doping e pertanto estromesso dalla spedizione azzurra e in seguito squalificato per 4 anni dal Cio. L’altoatesino viene beccato positivo all’Epo un mese prima dei Giochi, e consapevole di essere stato preso in castagna decide da solo di non presentarsi alla gara della 20 km, precedente all’annuncio del caso di doping da parte della Wada. Il suo caso, per quanto biasimevole da punto di vista sportivo, ha però scatenato un dibattito dal punto di vista psicologico e umano intorno alla sua reazione: le sue lacrime e scuse pubbliche sono da molti state interpretate come una scelta obbligata di fronte all’evidenza dei fatti, ma quanti campioni del passato e del presente abbiamo visto negare fino alla fine l’evidenza? Sicuramente colpevole, ma senza dubbio sinceramente pentito.

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