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Salva-banche: a chi andranno i rimborsi? Ecco le 3 categorie

In tutto potrebbero ricevere un indennizzo dal nuovo fondo di solidarietà soltanto 2.500 risparmiatori sugli oltre 10mila coinvolti – Padoan: “E’ ancora presto per parlare di soglie” – Resta da risolvere l’incognita Bruxelles, che potrebbe valutare l’intervento del fondo di solidarietà alla stregua di aiuti di Stato.

Salva-banche: a chi andranno i rimborsi? Ecco le 3 categorie

Prende forma il decreto salva risparmiatori, il provvedimento a sostegno delle persone che hanno perso il denaro investito nelle obbligazioni subordinate delle banche recentemente salvate (Banca Etruria, Banca Marche, CariFe e CariChieti). Stando ai numeri elaborati dalle new bank guidate da Roberto Nicastro e pubblicati ieri dal ministero dell’Economia, il problema riguarda 10.559 investitori (l’1% della clientela complessiva dei quattro istituti) che hanno speso in tutto 329,2 milioni di euro per comprare bond subordinati. 

E’ ormai chiaro che non tutti riceveranno un indennizzo e che bisognerà valutare caso per caso. I dettagli tecnici saranno messi a punto nelle prossime settimane, ma il criterio di selezione potrebbe essere più semplice del previsto. Non è detto, infatti, che si tenga conto dei due parametri fin qui indicati come più probabili, ovvero l’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente, il cosiddetto “riccometro”) e la data di sottoscrizione dei bond.

LE TRE CATEGORIE DI RISPARMIATORI

Dall’analisi pubblicata sul sito del Tesoro emerge che i risparmiatori coinvolti possono essere divisi in tre categorie:

1) Le 1.010 persone che avevano un capitale inferiore ai 100mila euro investito per più del 50% nei bond subordinati. In tutto hanno perso 27, 4 milioni di euro totali. 

2) I 1.484 clienti con un patrimonio inferiore a 100mila euro impegnato in obbligazioni subordinate per il 30-50%, oppure con un patrimonio superiore a 100mila euro investito in bond subordinati per più del 30%. Le loro perdite ammontano a 93,4 milioni. 

3) Gli 8mila risparmiatori con più di 100 mila euro e una quota di patrimonio investita in bond subordinati inferiore al 30 percento. Queste persone hanno perso 208,4 milioni di euro.

I risparmiatori che appartengono alla prima e alla seconda categoria dovrebbero rientrare nel meccanismo di tutela (e per i primi l’indennizzo potrebbe essere completo), mentre quelli di terza fascia ne rimarranno probabilmente esclusi. 

Alla base di questo criterio c’è un ragionamento elementare: chi non ha molto denaro dovrebbe evitare di acquistare prodotti ad alto rischio e se lo fa vuol dire che è stato mal consigliato o raggirato. Chi invece investe solo una parte del suo patrimonio, diversifica e quindi si presuppone abbia valutato il rischio consapevolmente.

PADOAN: PRESTO PER PARLARE DI SOGLIE

“È ancora presto per parlare di soglie – ha commentato oggi il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ai microfoni di Radio Anch’io –. Stiamo attivando un meccanismo di arbitrato. Ci preoccuperemo innanzitutto di salvaguardare le persone più deboli sia dal punto di vista dell’oggettiva conoscenza del rischio a cui andavano incontro sia dal punto di vista patrimoniale”.

RISCHIO DI PROCEDURA D’INFRAZIONE UE PER AIUTI DI STATO

Altri problemi arrivano però da Bruxelles, che potrebbe aprire una nuova procedura d’infrazione per aiuti di Stato nei confronti del nostro Paese. La ragione è che il fondo di solidarietà da 100 milioni voluto dal governo per risarcire i risparmiatori è alimentato e gestito dal fondo interbancario di tutela dei depositi: si tratta di un fondo privato, ma viene considerato dalla Ue alla stregua di uno pubblico perché è controllato dallo Stato e perché le banche vi contribuiscono per obbligo di legge. Il via libera europeo arriverebbe invece se i 100 milioni fossero considerati solo come un pre-finanziamento per affrontare l’emergenza.

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