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Rigore deficit, Padoan (Ocse): “L’Italia può rallentare”

Secondo il vicepresidente e capo economista dell’Ocse, il nostro Paese ha già fatto un grande sforzo sul fronte del consolidamento dei conti pubblici e a questo punto può concedersi di rallentare, ma non di abbandonare del tutto la strada del rigore.

Rigore deficit, Padoan (Ocse): “L’Italia può rallentare”

L’Italia deve continuare nell’azione di consolidamento del bilancio, ma può farlo a ritmo meno veloce rispetto al passato, perché ha già fatto un grande sforzo. Lo ha detto Pier Carlo Padoan, vicepresidente e capo economista dell’Ocse, in un’intervista a Il Sole 24 Ore Radiocor.

Uno studio presentato oggi dall’organizzazione rileva come, in media, nei paesi Ocse la riduzione della spesa pubblica ammonti al 41% delle misure di bilancio a breve e medio termine, mentre nei pacchetti di misure a lungo termine ammonta al 65%. Il resto viene compensato da misure di aumento delle entrate da imposizione fiscale. 

E’ il momento di cambiare fase, secondo Padoan, perché “è possibile ottenere risultati in termini di consolidamento dei bilanci senza impedire la crescita e favorendo l’equità se si scelgono con cura gli strumenti e questo può essere fatto in modo diverso da paese a paese miglioramento i pacchetti di interventi”. 

Secondo l’Ocse va cambiato l’equilibrio tra taglio delle spese e aumento delle tasse. “Deve essere spostato il peso del consolidamento dei bilanci dall’aumento delle tasse alla riduzione delle spese e, all’interno del capitolo entrate, bisogna scegliere tra le misure che sono meno dannose per la crescita e più favorevoli all’equità sociale”. Ovvero, più detassazione del lavoro e più tassazione della proprietà: “A parità di vincolo di bilancio – dice Padoan – questo è quanto l’esperienza e l’evidenza di tutti i paesi Ocse ci dice”.

Quanto al contesto europeo, Padoan ritiene che le conclusioni dell’ultimo vertice Ue vadano nella direzione giusta. Secondo il vicepresidente Ocse, esistono dei punti di forza e di debolezza: “Il primo punto di forza è aver messo la disoccupazione, specie quella giovanile, al centro dell’agenda politica. Il secondo punto di forza è il legame tra riforma del mercato del lavoro e risorse finanziarie per favorire l’occupazione, che è il modo per dare gambe all’azione dei governi e della Ue. Naturalmente le risorse finanziarie sono limitate, ecco un punto di debolezza, per cui bisogna trovare il modo per aggiungerne altre. Terzo aspetto importante le decisioni sull’unione bancaria o, meglio, su dei pezzetti di unione bancaria anche se occorre ancora sciogliere alcune ambiguità”. 

Non è comunque detto che tutto questo basti a ravvivare la fiducia di business e famiglie sull’economia e sulla capacità dei governi e dell’Unione europea di uscire dalla recessione: “La fiducia torna se si creano posti di lavoro – ha concluso Padoan –, senza posti di lavoro non c’è reddito, non c’è produzione, non c’è fiducia. Dal lavoro bisogna ricominciare”.

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