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Randstad: Ferrero, Bmw e Lamborghini le preferite dai lavoratori

Nella classifica delle aziende più ambite secondo il Randstad Employer Brand, ci sono poi Thales Alenia Space, Feltrinelli, Maserati, Mondadori, RAI, Avio Aero e Coca-Cola HBC Italia.

Randstad: Ferrero, Bmw e Lamborghini le preferite dai lavoratori

Gli italiani sognano di lavorare in FerreroBMW e Automobili Lamborghini. Sono queste le tre aziende italiane più attrattive come potenziali datori di lavoro premiate con il Randstad Employer Brand 2019, il riconoscimento assegnato oggi nella sede milanese di Talent Garden da Randstad, primo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane, sulla base della più completa e rappresentativa ricerca globale dedicata all’employer branding.

Commissionata da Randstad all’istituto di ricerca Kantar TNS e condotta su oltre 200.000 persone in 32 Paesi in modo indipendente (nessuna azienda si può iscrivere volontariamente per partecipare) con un’analisi approfondita su più di 6.200 aziende a livello globale, la ricerca Randstad Employer Brand ha misurato il livello di attrattività percepita delle aziende italiane da parte dei possibili dipendenti. In Italia sono state intervistate circa 7.700 persone di età compresa tra 18 e 65 anni, un campione rappresentativo di occupati, studenti e non occupati, a cui è stato chiesto quali fattori rendano un’azienda attrattiva tra le 150 selezionate con oltre 1000 dipendenti con sede in Italia e conosciute da almeno il 10% della popolazione.

“Le persone, proprio come le imprese, selezionano i potenziali datori di lavoro controllando la loro reputazione e verificando le possibilità di trovare un ambiente di lavoro in linea con le proprie aspettative – afferma Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia -. In un mercato sempre più competitivo, per superare l’emergenza della scarsità di competenze il ruolo dell’employer branding diventa fondamentale. Molte aziende basano ancora la propria strategia su fattori che non destano l’interesse dei potenziali dipendenti, perdendo grandi opportunità. Comprendere e venire incontro alle loro aspettative, puntando con decisione sul miglioramento del work-life balance, sulla creazione di un’atmosfera di lavoro piacevole e su stipendi e benefit adeguati e di valore è il miglior biglietto da visita per attrarre e trattenere i migliori talenti. I vincitori del Randstad Employer Brand 2019 sono esempi di particolare successo di employer branding”. 

La classifica – Il Randstad Employer Brand 2019 è stato assegnato alle tre organizzazioni più ambite dai potenziali dipendenti.Al primo posto nelle preferenze degli italiani c’è Ferrero, con il 78,5% degli intervistati che considera l’azienda di Alba il migliore datore di lavoro. In seconda posizione BMW, con il 73,2% degli italiani che ha dato la preferenza alla casa automobilistica bavarese. Chiude il podio un altro marchio automobilistico, Automobili Lamborghini, indicata come azienda ideale dal 72,6% degli intervistati.

Dopo le tre premiate, la classifica delle imprese italiane più ambite dai potenziali dipendenti vede in quarta posizione Thales Alenia Space in Italia, in quinta Feltrinelli e poi MaseratiMondadoriRAI, Avio Aero Coca-Cola HBC Italia a chiudere la selezione dei 10 marchi considerati i potenziali migliori datori di lavoro.

“Raggiungere la vetta ed essere riconosciuti come l’azienda più desiderata e attrattiva sul mercato del lavoro italiano è frutto di una fantastica scalata cominciata oltre 70 anni fa, grazie all’impegno e alla visione della Famiglia Ferrero – commenta Alessandro d’Este, Presidente e Amministratore Delegato di Ferrero Commerciale Italia –. Riuscire a confermarsi, anno dopo anno, è però sempre più complicato, ma anche sfidante ed entusiasmante allo stesso tempo. L’eccezionale risultato ottenuto aggiudicandoci anche nel 2019 il “Randstad Employer Brand” va attribuito principalmente alle nostre Persone, che quotidianamente si impegnano a preservare la reputazione della nostra azienda, sia come datore di lavoro, che come organizzazione socialmente affidabile e riconosciuta in Italia e nel mondo, sapendo coniugare la forza della tradizione Ferrero con la capacità di essere innovativi e contestualmente moderni. Siamo riusciti a trasformare una storia di geniale imprenditoria famigliare in una grande multinazionale internazionale, che però non dimentica mai le proprie radici e che è oggi capace di attirare i migliori talenti da tutto il mondo, che saranno i futuri protagonisti di questo grande successo italiano. Quest’anno poi, oltre ad essere l’azienda più amata e desiderata sul mercato del lavoro, ci vengono consegnati anche 5 riconoscimenti, tutti davvero speciali: tra questi per la prima volta anche i Randstad Globe per la Responsabilità Sociale d’Impresa e per l’alta Reputazione Aziendale, segno che il nostro ruolo sociale e il nostro impegno costante a tutela delle comunità e dell’ambiente in cui operiamo vengono sempre più percepite dai nostri stakeholder come attività tangibili ed estremamente concrete”.

“Questo risultato rappresenta un grande riconoscimento del lavoro fatto nel corso degli ultimi anni in tema di attrattività sul mercato del lavoro, innovazione, formazione, diversità, inclusione, coinvolgimento, motivazione e benessere dei collaboratori – commenta Marco Bergossi, HR Director di BMW Italia S.p.A. –. Flessibilità dell’orario e del luogo di lavoro, uffici corredati di attrezzature confortevoli e tecnologie innovative, percorsi di carriera personalizzati, job rotation, corsi di formazione sulla digital transformation, l’innovazione e la leadership in contesti di volatilità e incertezza, attività di responsabilità sociale d’impresa sono solo alcune delle iniziative che abbiamo sviluppato negli ultimi anni per attrarre e trattenere talenti. In un mondo che sta cambiando costantemente e dove la digitalizzazione gioca un ruolo strategico, noi come BMW Group continuiamo a pensare che l’asset fondamentale e vincente siano le Persone”.

“Un riconoscimento, quello odierno, che è conferma di una strategia che ci vede investire nei giovani, nella formazione continua e nelle nuove tecnologie in un rapporto di grande bilanciamento con le esigenze di work life balance e di approccio flessibile al lavoro – dice Alberto Ferrarotto, Responsabile Employer Branding di Automobili Lamborghini -. Siamo da sempre innovatori e la nostra passione e costante attenzione alle persone sono la via per assicurarci una crescita sostenibile e un veloce e consistente riallineamento ai cambiamenti tecnologici cui assistiamo quotidianamente”.

I Randstad Globe – Nel corso della serata è stato assegnato un ulteriore riconoscimento, il Randstad Globe, a quelleaziende che sulla base della ricerca sono risultate le più attrattive per ciascun fattore oggetto di indagine. Ferrero è stata premiatagrazie alla preferenza degli intervistati in cinque ambiti: sicurezza del posto di lavoro, atmosfera di lavoro piacevole, buona reputazione, equilibrio fra vita professionale e privata, CSR. Automobili Lamborghini ha ottenuto il primato tra i potenziali datori di lavoro nella retribuzione/benefit e nell’uso delle tecnologie di ultima generazione. Thales Alenia Space in Italia ha vinto il Randstad Globe per il contenuto di lavoro interessante. Coca-Cola HBC Italia è l’azienda ritenuta più solida dal punto di vista finanziario. PwC Italia ha ritirato il riconoscimento come organizzazione considerata con le migliori opportunità di carriera.

Cosa cercano i lavoratori – Dalla ricerca Randstad Employer Brand emerge come il fattore più ricercato dagli italiani in un datore di lavoro sia l’equilibrio fra vita professionale e privata, indicato dal 53% del campione, seguito dall’atmosfera di lavoro piacevole (52%) e da buona retribuzione e benefits (47%). Poi vengono la sicurezza del posto di lavoro (46%) e le opportunità di carriera (37%).

Le donne danno maggiore importanza all’atmosfera di lavoro piacevole (57%, 10 punti in più degli uomini) e al work-life balance (55% contro il 51% dei colleghi), mentre gli uomini, subito dopo l’equilibrio fra lavoro e vita privata, preferiscono buona retribuzione e benefit (48%, contro il 47% delle donne) e sono meno interessati alla sicurezza del posto di lavoro rispetto alle colleghe (44% vs 47%).

Ma le differenze più evidenti emergono per fasce di età: i giovanissimi (18-24 anni) cercano più degli altri un’atmosfera di lavoro piacevole, i Millennials (25-34enni) puntano soprattutto sulle opportunità di carriera, gli adulti tra 35 e i 54 anni danno relativamente maggiore importanza alla vicinanza del posto di lavoro, mentre gli over 55 guardano soprattutto alla solidità finanziaria dell’azienda.

Per i lavoratori part-time (il 19% della forza lavoro) il datore di lavoro più attrattivo è un’impresa che offre un’atmosfera piacevole e un buon equilibrio fra vita professionale e privata. Rispetto ai colleghi che lavorano a tempo pieno, sono meno interessati al salario e ai benefit e alle opportunità di carriera, mentre sono più attenti alla sicurezza del posto di lavoro.

Cosa offrono le aziende – Le aziende italiane non sembrano allineate con le aspettative dei potenziali dipendenti. Nella percezione degli intervistati, infatti, le imprese offrono soprattutto solidità finanziaria, ottima reputazione e uso delle ultime tecnologie, fattori diversi da quelli in cima ai desideri dei candidati. Soltanto alla nona posizione troviamo l’equilibrio fra vita professionale e privata (il fattore più ricercato dai lavoratori), all’ottava la buona retribuzione e i benefit e alla settima l’atmosfera di lavoro piacevole. Le aziende sono meglio posizionate per sicurezza del posto di lavoro e opportunità di carriera, in quarta e quinta posizione (in linea con i desideri dei potenziali dipendenti).

I settori e le tipologie di impresa più ambite – Le multinazionali sono la tipologia di impresa più ambita dai potenziali dipendenti italiani, col 29% delle preferenze, soprattutto per la solidità finanziaria, le opportunità di carriera e la sicurezza del posto di lavoro. Al secondo posto fra le tipologie di aziende più desiderate si trovano le PMI, scelte dal 18% del campione soprattutto per piacevole atmosfera di lavoro, work-life balance e flessibilità, fattori in comune con le attività in proprio, indicate come destinazione ideale dal 14% degli intervistati. L’11% preferisce lavorare per la pubblica amministrazione o per enti non profit, per la sicurezza del posto, la solidità finanziaria e l’equilibrio fra lavoro e vita privata.

Sono meno gli italiani attratti prevalentemente da startup e da aziende a conduzione famigliare, per entrambe appena il 6%: le prime offrono soprattutto contenuto di lavoro interessante, piacevole atmosfera di lavoro e opportunità di carriera, mentre le seconde offrono atmosfera piacevole, work-life balance e flessibilità. Le startup sono però le realtà più ambite dai giovani sotto i 25 anni (10%), i 25-34enni preferiscono le multinazionali (32%), i 35-54enni prediligono le piccole e medie imprese (19%), mentre i lavoratori senior non esprimono preferenze.

Il settore più attrattivo è quello dei media, che piace ai candidati in particolare per solidità finanziaria, ottima reputazione e contenuto di lavoro interessante, seguito dall’automotive, dal largo consumo, dal farmaceutico e dall’elettronica.

Come cercano lavoro gli italiani – Oltre otto italiani su dieci non hanno cambiato lavoro nell’ultimo anno, il 16% ha iniziato a lavorare per un’altra azienda e quasi uno su tre (il 30%) ha intenzione di cambiare nel corso del 2019. Fra i tre gruppi non ci sono differenze marcate nei fattori su cui si basa la scelta del datore di lavoro: per tutti è il work-life balance l’elemento più importante, seguito da atmosfera di lavoro piacevole, buona retribuzione e benefits.

I canali più utilizzati nella ricerca di un impiego invece sono diversi se si considera chi ha già cambiato lavoro o chi sta valutando nuove opportunità. Chi è alla ricerca di un’occupazione utilizza soprattutto Infojobs (51%), le agenzie per il lavoro (50%) e altri portali di lavoro come Monster (48%). Poi vengono i siti delle aziende (42%) e le conoscenze personali (40%), Google (34%) e i social media come LinkedIn (36%) e Facebook (22%). Ma chi ha già trovato un nuovo impiego lo ha fatto principalmente tramite contatti e conoscenze personali (38%) e le agenzie per il lavoro (21%). Dopo vengono i portali come Infojobs (16%), Subito (16%), altri siti dedicati al lavoro (13%), le sezioni “lavora con noi” delle aziende (13%), Google (12%), i canali social come Facebook (12%), LinkedIn (13%) e Twitter (5%), mentre risultano meno efficaci i servizi per il pubblico impiego (8%), i recruiter (4%) e le fiere (3%).

Durante la ricerca di un impiego, quasi nove potenziali dipendenti su dieci verificano la reputazione delle imprese per cui si stanno candidando (88%). Questa azione viene compiuta prevalentemente consultando i siti aziendali (48%), poi attraverso le opinioni di famigliari e amici (40%), le bacheche o i portali di annunci di lavoro (40%), visitando l’azienda come nel caso di ristoranti e negozi (35%) e LinkedIn (31%). Anche in questo caso emergono importanti differenze fra le diverse fasce anagrafiche: i più giovani usano soprattutto l’advertising e LinkedIn per controllare la reputazione aziendale, mentre i senior si affidano maggiormente alle opinioni di famigliari e amici (il 39% dei 35-54enni) o visitano di persona l’azienda.

Perché restare in azienda – Gli italiani che hanno scelto di continuare a lavorare per la stessa azienda sono stati attratti soprattutto dalle politiche di work-life balance (45%), dalla sicurezza del posto (41%), dall’atmosfera di lavoro piacevole (41%), dalla solidità finanziaria (38%) e dalla vicinanza dell’azienda (36%). Ma le ragioni che legano i dipendenti all’azienda per cui lavorano variano a seconda della fascia di età: il 34% dei più giovani (under 25) sceglie di restare se ci sono opportunità di carriera, il 29% dei 25-34enni se il datore di lavoro offre programmi formativi, il 39% dei lavoratori fra i 35 e i 54 anni rimane fedele all’azienda se si trova in una posizione conveniente, mentre il 46% degli over 55 mette al primo posto tra i motivi per rimanere la sicurezza del posto di lavoro.

La sicurezza del posto di lavoro è in cima ai pensieri della maggior parte del campione. Il 72% degli intervistati, infatti, sarebbe disposto a rinunciare a una parte del proprio stipendio in cambio di una maggiore sicurezza: il 17% rinuncerebbe a oltre il 10% del salario, quasi uno su cinque (19%) a una cifra compresa fra il 6 e il 10% della paga e il 24% farebbe a meno di una parte dello stipendio compresa fra l’1% e il 5%.

Perché cambiare lavoro – Al primo posto tra i motivi che spingono i dipendenti italiani a cambiare datore di lavoro si trova lo stipendio troppo basso, indicato dal 47% del campione, seguito dallo squilibrio fra vita privata e professionale (38%), dalle scarse opportunità di carriera (36%), dalla mancanza di premi o di riconoscimento professionale (34%) e dalla carenza di sfide (30%). L’assenza di stimoli e sfide professionali è primo motivo che induce i lavoratori 55-64enni a cambiare, la generazione successiva (35-54 anni) se ne va più per mancanza di riconoscimenti e i Millennials (25-34 anni) cercano opportunità se si accorgono di non avere un buon rapporto con il proprio diretto superiore. I giovanissimi fra i 18 e i 24 anni lasciano il posto se non intravedono opportunità di carriera.


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