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Europeo di basket: ma dove vuole arrivare la giovane Italia di Pianigiani?

E’ la nazionale azzurra la rivelazione dei campionati europei di basket in corso in Slovenia: decimata dagli infortuni, senza lunghi e soprattutto orfana di Gallinari e Hackett, la giovane squadra guidata da Pianigiani sta sorprendendo tutti – Finora 4 vittorie su 4, con lo scalpo di Russia, Turchia e Grecia: adesso è lecito sognare?

Europeo di basket: ma dove vuole arrivare la giovane Italia di Pianigiani?

E’ un’ Italia bellissima, entusiasmante, ma soprattutto sorprendente (anche per sé stessa) quella che dopo la vittoria di ieri contro i temutissimi greci e in attesa dell’ultimo ininfluente impegno di oggi pomeriggio con la Svezia, vola alla seconda fase dell’Europeo, già matematicamente prima del proprio girone (considerato alla vigilia forse il più duro dei quattro). Una squadra per la quale è giusto spendere i migliori aggettivi, un gruppo, guidato da Simone Pianigiani, che sta stupendo un po’ tutti, arrivata a questa manifestazione con le brutte indicazioni lasciate dalle ultime negative amichevoli di preparazione, ma soprattutto letteralmente falcidiato da una serie infinita di infortuni, che sembravano essere una vera e propria maledizione. Una formazione che quest’anno, dopo molto tempo, sulla carta poteva presentarsi al cospetto delle altre potenze continentali senza nessun complesso d’inferiorità, ma anzi fare veramente paura agli avversari, con un roster finalmente a livello delle favorite, grazie alla presenza di ben quattro giocatori NBA (Gallinari, Bargnani, Belinelli e la new entry Datome).

E invece, a poco a poco, questa specie di dream team italiano si è visto sgretolarsi e perdere molti dei suoi pezzi più pregiati, con un potenziale tecnico e di qualità quasi dimezzato e con annessi i vari dubbi e polemiche sul reale attaccamento alla maglia azzurra di alcuni campioni, accusati dalle malelingue di pensare più alle proprie carriere coi club. Il primo a veder svanire la possibilità di partecipare a questa avventura era stato Danilo Gallinari, a causa del brutto infortunio al ginocchio dello scorso aprile, assenza che già da sola poteva ridimensionare non poco le ambizioni azzurre, ma la sfortuna ha deciso di accanirsi sulla nostra nazionale negli ultimi due mesi, dando le ultime mazzate proprio nei giorni a ridosso del via di questi Europei. L’assenza più discussa è stata quella di Daniel Hackett, il miglior giocatore dell’ultimo campionato ed elemento chiave della squadra, subito dopo ha dovuto gettare la spugna un altro elemento fondamentale come Andrea Bargnani, colpito addirittura dalla polmonite, mentre all’ultimo hanno dovuto dire addio alla spedizione anche il nuovo lungo di Milano, Angelo Gigli, e il capitano della squadra Stefano Mancinelli, rimasto lo stesso in Slovenia al fianco dei suoi compagni. Una serie di defezioni drammatica, sportivamente parlando, che ha costretto il ct Simone Pianigiani a fare scelte dell’ultimo minuto, chiamare in causa gente con nomi che facevano sognare certamente meno di quelli elencati sopra (in particolare il trio Gallo-Mago-Hackett) e affidarsi alle stelle rimaste a disposizione.

Come una Juventus senza Marchisio, Vidal, Pirlo, Pogba e Tevez, facendo un esempio che nel nostro paese rende bene l’idea, l’Italia si è presentata in Slovenia con molti timori e poche certezze, ma già dalla prima partita, l’esordio vincente con la Russia, si è capito che questo bellissimo gruppo si è compattato, ha fatto scudo alle difficoltà, che anzi gli hanno dato forza ed energia francamente inaspettate. Dopo la grande prova con i russi, incredibilmente già fuori dal torneo con 4 sconfitte su 4, si era detto però che gli azzurri avevano approfittato delle importanti assenze anche tra le fila degli avversari (dato oggettivamente vero), e quindi erano attesi da nuovi esami più probanti. Detto, fatto : prima i ragazzi di Pianigiani hanno dato una lezione alla Turchia (altra grande già eliminata, deludente ancora più della Russia), poi si sono sbarazzati dell’ottima Finlandia e infine l’impresa più sorprendente, quella contro la corazzata greca.

Quattro successi netti (almeno i primi tre), sia nei risultati, quasi mai in discussione, sia nella forma, dimostrando un gioco di squadra migliore dei vari avversari, quattro vittorie che fanno degli azzurri l’unica formazione a punteggio pieno e con un cammino finora immacolato (persino la favoritissima Spagna ha perso un incontro, quello contro i padroni di casa della Slovenia), rendendola autentica mina vagante nel proseguo del torneo. Ancora non si è fatto nulla, ma di certezze adesso questa squadra ne ha eccome, a partire dai due autentici leader ed mvp delle gare finora disputate, ovvero Marco Belinelli e Gigi Datome. Il primo, 23 punti contro la Grecia, sta giocando ai livelli stratosferici degli ultimi mesi della passata stagione (quando fu protagonista dei playoff coi suoi ex Chicago Bulls), è definitivamente maturato e in assenza degli altri due NBA (Gallinari e Bargnani) si sta prendendo lui la squadra sulle spalle;  il secondo (anche lui quest’anno andrà oltreoceano, a Detroit) quando è in giornata diventa difficilmente contenibile, dando un contributo di punti fondamentale per questa formazione. Inoltre il parquet sloveno sembra aver trasformato Aradori e Cinciarini in due playmaker di livello europeo, mentre anche per Milano arrivano notizie più che positive dai suoi due giovani potenziali campioni, Alessandro Gentile e Niccolò Melli, sempre più in crescita e autori fin qui di un grande Europeo.

A loro vanno aggiunti tutti gli altri, gregari che finora non stanno veramente facendo pensare a quelli che non ci sono, sempre pronti a fare il lavoro sporco, ma senza paura quando c’è da prendere l’iniziativa, tutto quasi fin troppo perfetto che si ha paura che da una partita all’altra tutto questo possa svanire. Ma per il prossimo impegno di sicuro non ci potranno essere questi timori, visto che questo pomeriggio, alle 17, nell’ultimo incontro del girone contro la Svezia (già eliminata e sulla carta la più abbordabile del gruppo) Pianigiani potrà permettersi il lusso di far riposare qualche suo uomo decisivo, in vista dell’inizio della seconda fase, quando si tornerà a fare sul serio, ancora di più di quanto fatto fin qui.

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