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Commissioni: alla Giustizia vince Berlusconi, Nitto Palma verso la presidenza

Oggi pomeriggio il voto segreto potrebbe riservare qualche sorpresa, ma un’eventuale defezione del Pd brucerebbe anche Donatella Ferranti, che secondo l’accordo diventerà presidente della commissione Giustizia alla Camera – Il cavaliere rinuncia a romani ai trasporti, ma piazza Matteoli.

Commissioni: alla Giustizia vince Berlusconi, Nitto Palma verso la presidenza

Accordo raggiunto in favore di Silvio Berlusconi. La commissione Giustizia al Senato sarà presieduta da Francesco Nitto Palma, ultimo Guardasigilli nel governo del Cavaliere e grande amico di Nicola Cosentino (che tentò fino all’ultimo di ricandidare per evitargli la galera). Manca l’ufficialità, ma l’intesa raggiunta ieri fra i capigruppo Pd-Pdl (Speranza-Zanda e Brunetta-Schifani) non sembra lasciare ulteriori margini di manovra. I democratici dovranno quindi accettare di perdere una casella importante, soprattutto per l’impatto che potrebbe avere sulle vicende giudiziarie di Berlusconi (solo ieri la Cassazione ha bocciato la richiesta di trasferimento dei processi Mediaset e Ruby da Milano a Brescia). 

Oggi pomeriggio il voto segreto potrebbe riservare qualche sorpresa, ma stamane i senatori del Pd si riuniranno per esser certi che nessuno violi i patti. Anche perché un’eventuale defezione brucerebbe anche Donatella Ferranti, che secondo l’accordo diventerà presidente della commissione Giustizia alla Camera. 

“Anche i nostri deputati del Pdl potrebbero avere dei problemi a votare la Ferrante – ha detto il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri –, visto che è un ex magistrato della corrente più politicizzata, quella di Magistratura democratica. Ma pacta sunt servanda e questo vale per tutti, perché non ci sono presentabili e impresentabili”. 

Pur di ottenere la Giustizia, Berlusconi ha allentato la presa sulla presidenza dei Trasporti, che comprende anche le Telecomunicazioni, molto care al padrone di Mediaset. Il Cavaliere ha rinunciato ad affidare l’incarico al Senato ad un altro suo ex ministro fedelissimo, Paolo Romani, che come compensazione avrebbe chiesto la presidenza della commissione Difesa al Senato. Una poltrona su cui tuttavia il Pd piazzerà Nicola Latorre, a controbilanciare l’incarico di Elio Vito, ex ministro Pdl, alla presidenza della commissione corrispondente alla Camera.  La casella Trasporti-Tlc di Palazzo Madama andrà comunque a un pidiellino, l’ex ministro Altero Matteoli, mentre l’incarico a Montecitorio sarà del democratico Michele Meta.  

Gli Affari costituzionali andranno a Francesco Paolo Sisto (Pdl) alla Camera e all’ex capogruppo Pd Anna Finocchiaro al Senato. Quanto agli Esteri, le presidenze saranno di Pier Ferdinando Casini (Udc) al Senato e di Fabrizio Cicchitto (Pdl) alla Camera. Nelle commissioni Lavoro la spartizione è invece ancora una volta fra Pdl e Pd: Maurizio Sacconi a Palazzo Madama e Cesare Damiano (vicino alla Cgil) a Montecitorio. Per il Bilancio, il Pdl Antonio Azzollini andrà al Senato e il lettiano Francesco Boccia alla Camera. 

Sulle Bicamerali non si deciderà oggi, ma si parla di Rosy Bindi all’Antimafia, di Claudio Fava (Sel) al Copasir (solo ieri sembravano in pole position Ignazio La Russa e Vito Crimi) e del grillino Roberto Fico alla vigilanza Rai

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