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Coldiretti, 1.500 agricoltori al Brennero per difendere il made in Italy

La Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti lancia l’allarme sulla concorrenza sleale dei prodotti esteri spacciati per Made in Italy – Parte la mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia”: 1.500 agricoltori al Brennero in difesa dei prodotti italiani.

Coldiretti, 1.500 agricoltori al Brennero per difendere il made in Italy

Sono 140mila (136.351) le stalle e le aziende chiuse dal 2007 ad oggi, anche a causa della concorrenza sleale dei prodotti di minor qualità importati dall’estero che vengono spacciati come Made in Italy. A lanciare l’allarme è un’analisi di Coldiretti, a cui si lega la mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia”, che ha portato circa 1.500 allevatori e agricoltori al valico di confine di passo di Brennero. 

Il blitz degli agricoltori, che stanno sfidando temperature ben al di sotto dello zero, si colloca proprio in quest’ottica di tutela dei prodotti italiani: al momento – come afferma il presidente della Coldiretti Trentino Alto Adige Danilo Merz – gli agricoltori stanno fermando i tir in provenienza dall’Austria.

“Noi non siamo – afferma Merz per illustrare la posizione dell’associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana – contro l’arrivo della merce dall’estero ma lo scambio deve essere corretto e soprattutto chiediamo correttezza nell’origine dei prodotti. Se il latte arriva, per esempio, dalla Polonia, quando arriva in Italia non puo’ essere considerato come latte italiano. La gente deve sapere la provenienza di ciò che beve o mangia. Nel corso delle prossime ore decideremo se proseguire anche oltre alla giornata di domani”.

Una situazione che ha concorso a produrre i dati allarmanti sottolineati dalla Coldiretti: nel solo ultimo anno sono scomparse 32.500 stalle e aziende agricole e persi 36mila occupati nelle campagne. Un problema, questo, che ha serie ripercussioni sia sulla qualità degli alimenti, che diventa più a rischio, sia sul presidio del territorio, abbandonato all’incuria.

“Stiamo svendendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che “l’invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”.

Quello delle importazioni di prodotti alimentari è un vero è proprio boom, che segna un +22% dall’inizio della crisi. Gli arrivi di carne di maiale sono cresciuti del 16%, mentre le importazioni di cereali, pronti a diventare pasta e riso spacciati per italiani, hanno fatto registrare addirittura un vero e proprio boom (+45 per cento), con un +24% per il grano e un +49% per il riso.anno per il turno del pomeriggio – ha detto all’AGI il presidente del Trentino Alto Adige della Coldiretti, Danilo Merz che attualmente si trova al passo del Brennero a un chilometro dal confine austriaco – al momento stiamo fermando i tir, in particolare quelli con la cella frigo e quelli con cisterna.

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