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Centrali Enel: al via il piano per Montalto di Castro

L’impianto è uno dei più importanti fra quelli inseriti nel progetto Futur-E per la riqualificazione e la vendita di 22 centrali su tutto il territorio nazionale – Il bando è previsto a fine maggio – Montalto, nato a fine anni ’70 come centrale nucleare, è stato convertito in termoelettrico a olio-gas ma dal 2012 è completamente fermo, salvo un impianto fotovoltaico che occupa 12 dei 260 ettari dell’area.

Centrali Enel: al via il piano per Montalto di Castro

Ci sarà anche Carlo Tamburi, country manager di Enel Italia, giovedì 5 maggio a Montalto di Castro per la conferenza stampa che farà luce sui progetti di riqualificazione dell’ex centrale termoelettrica. Insieme a lui Maurizio Stirpe, presidente di Confindustria Lazio e vice presidente per le relazioni industriali di Confindustria, nella nuova squadra indicata da Francesco Boccia. E’ quindi il segnale che tutto è pronto per avviare il percorso che ridisegnerà il futuro della centrale e del territorio ad essa legato: il bando per il concorso da cui sarà selezionato il progetto è previsto per fine maggio.

L’impianto, che si estende tutt’oggi in un’area di 260 ettari a ridosso della località balneare al confine tra Lazio e Toscana, è entrato in servizio per la prima volta nel 1995, dopo una lunga storia iniziata nel 1979 con l’autorizzazione per realizzare un impianto nucleare, poi revocata nel 1987, con i primi reattori già costruiti, in seguito al referendum che sancì la vittoria del “no”, sulla scìa dell’incidente di Cernobyl.

Nel 1988 fu poi emanato il decreto per realizzare l’impianto termoelettrico. I gruppi a vapore entrano in servizio tra dicembre 1995 e settembre 1998. Nel 2009 invece entra in esercizio un impianto fotovoltaico che si estende su una superficie di circa 12 ettari: con circa 35.000 moduli prevede una potenza di punta di 6 MW e una produzione stabilizzata su 8,5-9 GWh all’anno.

L’impianto termoelettrico, costituto da 4 unità a vapore (660 MW di potenza unitaria) e da 8 turbogas (120 MW di potenza ciascuna), associate a coppie alle unità a vapore, è oggi sostanzialmente fermo. Tra il 2004 e il 2006 c’è stato un primo ridimensionamento della produzione che si è attestata attorno ai 12.000 GWh all’anno. Ulteriori riduzioni drastiche hanno portato il dato a quota 1.600 GWh nel 2009, a circa 200 GWh nel 2011 e infine a un vero e proprio azzeramento della produzione.

L’ultima chiamata in servizio è del febbraio 2012, in relazione alla crisi Russia-Ucraina e alle ricadute sulle forniture di gas. La Centrale è stata inserita nel piano di “emergenza gas” per affrontare situazioni analoghe negli anni 2013-2014 senza però essere mai, di fatto, chiamata a servizio. Ora Enel, che è proprietaria dell’attività, intende riqualificare l’area nell’ambito del progetto Futur-E, che in tutta Italia coinvolge in tutto 22 impianti, alcuni dei quali storici, ma che il nuovo scenario energetico ha reso obsoleti o non più competitivi.

Tra questi, Enel ha già provveduto a vendere lo stabilimento di Porto Marghera, mentre sono in fase di vendita Carpi e Camerata Picena. La maggior parte degli impianti sono a turbogas, mentre a olio e gas come quello di Montalto c’è solo quello di Rossano, in Calabria, per il quale Enel ha prorogato il termine per la presentazione delle manifestazioni d’interesse dall’11 aprile al prossimo 15 luglio alle 12.

Esempi di riqualificazione sono già esistenti in Europa: i quattro gasometri di Simmering a Vienna, diventati obsoleti a seguito della scelta austriaca di utilizzare gas naturale e messi fuori servizio trent’anni fa, oggi ospitano abitazioni, uffici e giardini pensili, ristoranti e attività commerciali, ma anche un cinema multisala e una hall per concerti da 3600 posti a sedere.

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