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Vesuvio in fiamme, 2 km di fuoco

Dopo Messina, anche la Campania brucia. Un fronte di fuoco provocato da mani criminali, che ha comportato la carneficina di diversi gatti cosparsi di benzina per diffondere l’incendio. A rischio i paesi vesuviani e un canile con più di 750 cani da salvare. In pericolo le discariche di rifiuti sulle pendici del vulcano

Vesuvio in fiamme, 2 km di fuoco

Un’impressionante colonna di fumo sovrasta il Golfo di Napoli, sembrerebbe una di quelle eruzioni riportate nei dipinti, ma è l’ennesimo incendio che devasta il Sud nel giro di pochi giorni.

Ad oggi sono stati di più di 1300 gli interventi dei vigili del fuoco in Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia. Questa volta sono i paesi vesuviani ad esserne i protagonisti: Ercolano, Terzigno, Ottaviano fino a Torre Annunziata. Il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, ha convocato i sindaci dei vari Paesi.

Buona parte dei sindaci parla di criminalità organizzata, del perseguimento di interessi economici alle spalle dei roghi e chiede l’attenzione del Governo. L’ennesimo incendio doloso, generato non da un qualunque piromane, ma da un esperto conoscitore della montagna, che ha reso impossibile l’intervento dei vigili del fuoco.
La strategia criminale ha previsto otto inneschi differenti, partiti contemporaneamente in zone difficilmente raggiungibili e per i quali è stata messa in atto una vera e propria carneficina: diversi animali, probabilmente gatti, sono stati cosparsi di benzina e dati alle fiamme. Nel tentativo di fuggire hanno raggiunto la boscaglia più fitta dove è impossibile intervenire. La Procura ha aperto un’inchiesta per incendio doloso, per ora a carico di ignoti.

Un fuoco di 2 km che ha visto l’impegno di oltre 600 uomini tra personale della Protezione Civile, della Sma Campania, vigile, carabinieri forestali e volontari. Sono stati utilizzati tutti gli elicotteri regionali ed è stato richiesto il supporto dei mezzi aerei nazionali.

Chiusi tutti gli accesi al Vesuvio, evacuate case e ristoranti. E’ stato sgomberato anche il residence “Le mimose” , dove la prefettura aveva momentaneamente sistemato una quarantina di migranti. S’invoca la solidarietà dei cittadini napoletani per 750 cani che rischiano di essere travolti dai roghi.

La situazione più critica è quella dell’area vesuviana dove si sono uniti i due incendi che si erano sviluppati contemporaneamente ad Ercolano e ad Ottaviano, generando 100 roghi attivi che hanno attraversato l’Italia, raggiungendo il Salento.

Un miglioramento si riscontra nell’ area dell’osservatorio vesuviano, che comunque resta presidiata.

Toccanti i commenti dell’attuale sindaco e dll’ex-sindaco di Napoli. Secondo De Magistris sarebbe arrivato il momento per il Paese di iniziare a investire in prevenzione, anziché in Banche e spese militari. Incendi del genere richiedono interventi immediati, e quello del Vesuvio è una dolorosa ferita che colpisce tutti i napoletani.

Bassolino commenta tramite post su facebook “Non un’eruzione, ma il contrario. Sono gli uomini ad incendiare il Vesuvio e troppo grande è il divario tra il dramma e gli interventi messi in atto.”

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