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Roubaix, a sorpresa vince l’olandese Niki Terpstra

Cancellara terzo, Boonen decimo dopo una gara in cui i big si sono marcati a vicenda. Successo anche di squadra per l’Omega Pharma che piazza tre uomini nei primi dieci. Si rivede Wiggins buon nono.

Roubaix, a sorpresa vince l’olandese Niki Terpstra

Ha vinto Niki Terpstra, olandese classe 1984, compagno di squadra di Tom Boonen, un outsider ma certamente non un signor nessuno visti i piazzamenti ottenuti negli ultimi anni nelle corse di maggior prestigio: sul velodromo di Roubaix è arrivato con una ventina di secondi davanti a un drappello di una decina di corridori comprendente tutti i big che si sono marcati l’uno contro l’altro.

Anche Fabian Cancellara, il grande favorito della classicissima del pavé, ha finito per essere invischiato in questa tattica, preferendo far perdere i rivali di sempre, Boonen e Sagan su tutti,  piuttosto che tentare di vincere la sua quarta Parigi-Roubaix. Dal canto suo anche Boonen, piuttosto che dannarsi l’anima per cercare il primato storico di una quinta vittoria,  temendo di essere beffato sul traguardo da Spartacus o Degenkolb – il più forte velocista in lizza dopo il ritiro di Kristoff sul pavé della Foresta di Arenberg – ha preferito proteggere con l’aiuto di Stybar l’allungo di Terpstra a meno di 6 km da Roubaix, dopo l’ennesimo attacco a vuoto di Sagan. Per l’Omega Pharma Quick Step – un trionfo con tre uomini nei primi dieci –  una Roubaix che la conferma come la più squadra più forte in questo avvio di stagione (senza peraltro l’apporto di Cavendish ancora in bacino di carenaggio!), anche se l’esito della gara ha deluso i belgi che sognavano la cinquina di Boonen, che nemmeno ha partecipato alla volata per il podio finendo decimo. Al contrario, Cancellara, tenendo fede alla sua fama di indomito lottatore, ha conteso fino all’ultimo colpo di pedale il secondo posto a Degenkolb che l’ha bruciato d’un soffio.

La cronaca della Roubaix, che ha rivisto un successo olandese che mancava da 13 anni – vittoria di Servais Knaven detentore anche con Raymond Impanis del record di presenze nella classica del pavé con 16 partecipazioni – potrebbe finire qui, se tra la polvere nera sollevata dal gruppo e dalle macchine del seguito finalmente non si fosse rivisto nelle posizioni di testa, determinato a tornare protagonista, anche Bradley Wiggins: il baronetto inglese non ha vinto ma il suo nono posto ha un valore particolare perché riconsegna alle cronache del ciclismo un corridore che sembrava inghiottito nel totale anonimato delle retrovie.

Era lui l’unico corridore presente alla Roubaix ad aver vinto un Tour de France, cosa che non capitava dal lontano 1994 con Greg Lemond a riprova di un ciclismo sempre più “specializzato”. Wiggins non era nemmeno considerato nel toto-scommesse delle vigilia. L’averla corsa e conclusa nei drappello di testa è stato importante per il suo morale anche in vista del Giro d’Italia che Wiggo correrà dopo il forfait in casa Sky diu Richie Porte.

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