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Mezzogiorno bilancio 2023: più investimenti ed occupazione. PNRR e ZES nuove opportunità

L’ultima ricerca sul Sud di Confindustria -SRM non traccia un quadro negativo. La disparità con il resto d’Italia resta ma le nuove occasioni vanno colte al volo.

Mezzogiorno bilancio 2023: più investimenti ed occupazione. PNRR e ZES nuove opportunità

Una zavorra per il paese ? Non così pesante, almeno nel 2023. Il Mezzogiorno ha visto crescere gli investimenti di un +4 % sul 2022 e addirittura di un + 17% rispetto al 2019. In quattro anni è vero, è accaduto di tutto e la zavorra si avvertiva. Poi si è cominciata a svuotare con Pil, occupazione ed export.

ll check-up Mezzogiorno 2023 di Confindustria e SRM (centro studi del Gruppo Intesa Sanpaolo) non tratteggia un quadro buio. Conferma una generale tenuta delle imprese rispetto al 2022 e dice che si può fare ancora meglio. Oltre la propaganda del governo i ricercatori dicono di sfruttare al meglio due occasioni preziose: i fondi del PNRR e la ZES unica .

Per favorire un percorso di sviluppo sostenibile e occupazione di qualità, si dice. Però sono in agenda da decenni. L’anno scorso è cresciuta l’occupazione (+4%) superando i 6,3 milioni”. Il PIL per il 2024, si attesta a +0,6% ma si porta dietro tutte le differenze con il resto d’Italia. “All’aumento degli occupati da un anno all’altro non corrisponde un significativo progresso in termini assoluti di valore degli occupati. Nel terzo trimestre 2023 nel Mezzogiorno si è concentrato quasi il 27% dell’occupazione nazionale e il 23,4% di quella femminile, valori ancora troppo bassi se rapportati alla quota della popolazione che vive al Sud”. Ecco dove la zavorra non si è svuotata.

Competenze, Connettività e Competitività

La sfida gira intorno a “3C”: Competenze, Connettività e Competitività delle imprese. I ricercatori di solito sono abili nel sintetizzare i loro studi. Qui intorno alle C ci sono da spendere 14  miliardi di euro di cui 6,3 miliardi per la transizione e 2,5 per le filiere green e il net zero technologies. 

Sarà importante rispettare la destinazione ex lege del 40% al Mezzogiorno con tutto il sostegno della Zona Economica Speciale. Ad SRM non sfugge che manca ancora un disegno strategico di medio periodo. È il punto politico ineludibile per chiunque guiderà il paese nei prossimi anni. La carta vincente per riunificare l’Italia del futuro per rovesciare trend storici impoveriti da idee e risorse umane.

Un tempo c’erano le politiche meridionaliste che indicavano strumenti e traguardi. L’intervento straordinario ha risollevato molte zone, ma non è mai riuscito a colmare le differenze con altre aree. Da questo punto di vista dovrebbe aver fatto scuola anche la dissipazione di molte risorse pubbliche. Le ambizioni di capitani (di ventura)d’industria dagli anni ’70 in poi che hanno venduto illusioni indusyriali e di sviluppo di ogni tipo. Puntare sull’innovazione e sulle schematiche “3C” segnerà la svolta. E’ un nuovo appuntamento con lo sviluppo del Sud ? Non si sa. Soltanto alla fine vedremo se la zavorra si sarà svuotata del tutto.

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