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Europa a corto di gas: all’Italia metà forniture richieste da Eni, stop anche per Francia

Anche la Francia a corto di gas dopo i tagli all’Italia e Germania. L’Ue rischia di restare a secco a metà inverno. La riduzione dei flussi fa salire ancora i prezzi

Europa a corto di gas: all’Italia metà forniture richieste da Eni, stop anche per Francia

Per il terzo giorno consecutivo Mosca continua a tagliare le forniture di gas all’Europa. Dopo Polonia, Bulgaria Finlandia, Olanda e Danimarca, ora tocca a Germania, Austria e Italia ad essere a corto di gas. “A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 milioni di metri cubi – si legge nella nota del gruppo guidato da Claudio Descalzi – Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto (con quantità effettive consegnate pressoché invariate rispetto ieri)”. Il colosso energetico russo ha iniziato con un calo del 15%, poi fino al 35% e ora porta la riduzione alla metà di quanto richiesto.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi in Ucraina, dove era in visita con Macron e Scholz, ha affermato di ritenere che i tagli sono solo “bugie” e che “in realtà c’è un uso politico del gas, così come del grano”.

Il problema è capire se potremo continuare a riempire gli stoccaggi nei depositi, che attualmente – aggiornato al 15 giugno – sono pieni al 54, % secondo la piattaforma del Gie. Altre rassicurazioni anche dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani secondo cui questi tagli hanno finora prodotto un “un danno limitato”. Il ministro ha anche detto che se questa riduzione di fornitura dovesse perdurare, a inizio della prossima settimana il governo è pronto a mettere in campo contromisure.

Ma se la Russia continua a tagliare, si potrebbe non raggiungere il target dell’80% di stoccaggio entro novembre come richiesto da Bruxelles. E a pagarne il prezzo peggiore sarà l’industria, in quanto l’Europa cercherà di proteggere i consumatori limitando l’uso del gas industriale.

Balza ancora il prezzo del gas

Nel frattempo, prosegue la corsa del prezzo del contratto futures nel mercato di riferimento europeo, il Ttf di Amsterdam. Dopo il balzo di ieri – che ha toccato un picco a 148,99 euro per megawattora – oggi il prezzo del gas aveva aperto in calo in Europa, sui 118 euro alle 8 del mattino. Dopo l’annuncio è schizzato sopra i 130 euro per megawattora.

L’Europa a corto di gas naturale liquido

La mossa di Gazprom arriva a pochi giorni dall’incendio che ha messo temporaneamente fuori uso il principale hub per la spedizione di gas naturale liquido statunitense dagli Usa al resto del mondo: la Freeport in Texas. Come sappiamo, l’accordo sottoscritto a Bruxelles dal presidente americano Joe Biden e dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, prevede l’impegno degli Stati Uniti ad aumentare già quest’anno le sue forniture di gnl per compensare eventuali riduzioni da Mosca. I problemi al terminal texano non sono una buona notizia: l’incidente ridurrà di un quinto la capacità di esportazione di gas liquefatto dagli Usa per “almeno tre settimane” e la piena capacità non dovrebbe essere disponibile fino alla fine del 2022. Un altro segno che agita il mercato europeo del gas che ora punta i suoi occhi su Algeria, Azerbaigian e Nigeria.

La Francia non riceve più il gas russo via Nord Stream

L’operatore del sistema di trasporto del gas francese GRTgaz ha annunciato che dal 15 giugno non riceve più il gas russo. La causa è “l’interruzione del flusso fisico tra Francia e Germania”, ovvero i “problemi tecnici” registrati lungo l’impianto del Nord Stream 1, che collega il trasporto del gas tra Mosca e Berlino e quindi ad altre parti dell’Europa. 

Negli ultimi giorni, il gigante russo Gazprom ha ridotto notevolmente le sue forniture alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1, che avrebbe potuto causare l’interruzione delle forniture alla Francia. Tuttavia, l’operatore francese ha rassicurato che le scorte francesi sono piene al 56%, rispetto al 50% abituale nello stesso periodo.

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